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Serie A, la situazione dopo la 26esima giornata

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Il Milan è il nuovo capoclassifica della Serie A. E’ questo il verdetto più significativo emesso dalla 26esima giornata del massimo campionato.
Il roboante 4-0 in trasferta ai danni del malcapitato Palermo, al secondo poker incassato in 180’ dopo quello di Siena, vale il sorpasso in testa alla graduatoria sulla Juventus, fermata in casa per 1-1 dal Chievo. La grande serata in terra siciliana regala al Milan anche un Ibrahimovic nuovamente protagonista, autore di una spettacolare tripletta grazie alla quale lo svedese riscatta il grave episodio – lo schiaffo ad Aronica nel match casalingo contro il Napoli – che gli valse tre giornate di squalifica.

L’ex capolista Juve rallenta e raccoglie solo un pareggio nel suo stadio contro il sempre ostico Chievo. La squadra di Conte non è stata affatto brillante, complice anche l’impiego di molti nazionali che in settimana hanno accumulato parecchi minuti nelle gambe a causa delle amichevoli giocate. Così è stato per Chiellini, sempre preciso, ma stremato al 90’, così anche per Barzagli, sostituito anzitempo da Bonucci, e per Matri, inconsistente in attacco al pari di un fumoso Vucinic. Il Chievo ha fatto la sua onesta partita, meritando nella ripresa un pareggio cercato con tenacia e arrivato grazie al giovane Dramè. Ora la Vecchia Signora è a meno tre punti dal Milan – 51 contro 54 -, ma la possibilità di riagganciare il Diavolo può diventare concreta in caso di vittoria a Bologna nel match di recupero della 23esima giornata fissato per mercoledì. Chievo quasi  salvo con i suoi 34 punti.

Il derby di Roma finisce con lo stesso risultato dell’andata: è la Lazio ad aggiudicarsi la stracittadina per 2-1. L’espulsione in avvio del portiere giallorosso Stekelenburg, e il conseguente penalty realizzato da Hernanes, facilita il compito dei biancocelesti, che subiscono sì il pari di Borini, ma giocano una grossa fetta del match in superiorità numerica. Il gol in spaccata del ritrovato Mauri spedisce la truppa di Reja al terzo posto in solitaria e scatena la festa laziale. Era dai tempi di Eriksson che la Lazio non vinceva entrambi i derby di campionato. La sconfitta con i rivali di sempre conferma per la Roma il trend di questa stagione: gli uomini ci sono, le potenzialità anche, ma la continuità è la grande assente. Lo suggella il ruolino di marcia in campionato: i ragazzi di Luis Enrique hanno ottenuto finora undici successi, cinque pareggi e ben dieci ko. Il terzo posto, dunque, pare essere più un obiettivo impossibile.

Stesso non può dirsi del Napoli, ormai ritornato in corsa per la qualificazione ai preliminari della prossima Champions’ League grazie alla quarta vittoria di fila. A cadere stavolta è il Parma, sconfitto nel suo “Tardini” per 2-1, risultato bugiardo visto il predominio dei padroni di casa per quasi tutta la gara. I partenopei sfruttano anche la giornata negativa della terna arbitrale, guidata da Valeri. Il fischietto prima non ravvisa un evidente fallo di mano in area di Dossena sugli sviluppi del calcio d’angolo, poi non si avvede dell’errore marchiano di un guardalinee che giudica regolare la posizione di Lavezzi – in evidente fuorigioco – in occasione della rete decisiva per il successo degli uomini di Mazzarri. Il terzo posto, fino a qualche domenica fa, soltanto un’utopia, dista ora cinque lunghezze e fino alla fine del torneo sarà battaglia oltre che con la Lazio, anche con l’Udinese, bloccata in casa da una buona Atalanta per 0-0, il secondo di fila per i bianconeri al “Friuli”.

Il pareggio acciuffato nel finale contro il Catania salva l’Inter dall’ennesima figuraccia. Gli etnei, avanti 2-0, hanno accarezzato l’idea della vittoria fino a venti minuti dalla fine. Poi i nerazzurri hanno evitato il punto di non ritorno grazie alle reti di Forlan e Milito. La stagione in casa nerazzurra è comunque compromessa e già trovare un posto nella prossima Europa League è impresa a dir poco ardua. Per il Catania due punti persi più che uno guadagnato, visto lo splendido momento di forma vissuto dai rossoblù, ora ottavi proprio alle spalle dell’Inter.

Questione salvezza. Il Cesena e il Novara, rispettivamente a 17 e a 16 punti, sono praticamente spacciate. Le poche speranze per due squadre si assottigliano anche in virtù del gap che li separa dal quart’ultimo posto, occupato da Parma – con un match da recuperare –  e Siena, appaiate a 29 punti.
Oltre ai ducali, la lotta per la permanenza in serie A è una faccenda in primis tra Lecce e Siena. I toscani per ora sono al riparo e, complice il 3-0 casalingo sul Cagliari, tengono a distanza i salentini di quattro punti.
Il Lecce, però, pur frenato dal 2-2 a domicilio con il Genoa, è una squadra sempre viva, emanazione sul campo del carattere del suo allenatore, il grintoso Serse Cosmi, abituato ad affrontare sfide difficili.
Nemmeno Bologna, Fiorentina  – vittoriose sulle ultime due della classe – e lo stesso Cagliari, tutte a quota 31, possono dirsi al riparo dal rischio retrocessione, ma la maggiore competitività dei rispettivi organici alla fine dovrebbe fare la differenza.