Sono gli oggetti che hanno segnato moltissime infanzie, e che spesso hanno rappresentato il limite tra il tech e l’hi – tech. Due anni fa l’ Huffington Post ha proposto ai propri lettori una specie di necrologio per ogni oggetto, concetto o invenzione che nell’ultima decade è irrimediabilmente deceduto.
Il primo a passare a miglior vita nel corso dell’ultimo decennio secondo la speciale classifica è stato il Vhs e le videocassette, sostituite dal più efficente Dvd. Le agenzie di viaggio occupano il secondo posto nella classifica delle cose obsolete, dato che ormai sono state rimpiazzate egregiamente dai siti e dalle applicazioni per viaggiatori digitali.
La terza posizione decreta il tramonto della separazione tra vita lavorativa e privata, a causa del multitasking e delle connessioni senza fili.
L’ultima decade ha segnato la lenta ma inesorabile agonia delle librerie e dei loro frequentatori; sembra infatti che i topi da biblioteca ora preferiscano l’ebook e siti come Amazon. In realtà, è il luogo fisico della libreria a soffrire gravemente, non tanto la vendita di libri cartacei che, seppur in netto calo, continua a generare business soprattutto grazie agli e – commerce.
Gli ultimi gadget tutto fare, i cellulari e i laptop hanno contribuito alla quasi totale estinzione dell’orologio da polso, colpevole di poter fornire “soltanto” l’orario. Nella malinconica lista c’è un posto anche per le linee erotiche, estremamente demodé; le classiche cartine geografiche sono state rimpiazzate dalle dettagliatissime mappe online e dal Gps.
Ma nel corso dell’ultimo decennio si sono dissolte innumerevoli altre cose: la chiamata telefonica dal telefono fisso o dalle cabine, gli annunci sui giornali cartacei, le connessioni dial – up, l’enciclopedia cartacea, le pellicole fotografiche, le pagine gialle rimpiazzate da quelle online, i cataloghi cartacei, il fax… in pacem quiescant.