Meglio lei di Sarkò! Dicono Berlusconi e Tremonti sferrando l’ultima stangata ad un Sarkozy già portato alla gogna dai suoi francesi. “Forse uno dei due ha risentimento per il candidato uscente (così lo chiama Hollande), non ha dimenticato quello che è successo a Cannes e non parlo del Festival ma del G20, in efetti trattarono Silvio come un appestato”, queste le parole di François Hollande, in corsa alle presidenziali, che tra un sorrisino ironico e l’altro se la ride a crepapelle e si sente come colui che ha già la vittoria in tasca.
Ma poi rivolge subito la sua attenzione ai problemi attuali e dice: “C’è la presa di coscienza che per salvare quello che resta dell’Europa non serve il rigore ma ci vuole un piano per la crescita. Anche Mario Draghi, il Presidente della Bce, ha detto che il bilancio dell’Ue deve essere completato da un patto per la crescita. Se verrò eletto all’Eliseo invierò subito un memorandum a tutti i capi di stato e politici dell’Ue dove si chiederà di ridiscutere il trattato messo insieme non senza fatica o di affiancargliene un altro con quattro punti essenziali: creazione degli eurobond, potenziamento degli investimenti della Bei, tassa sulle transazioni finanziarie e uso dei fondi strutturali per rilanciare lo sviluppo. Molti leader politici sostengono le mie idee per liberarsi dal rigore del binomio Merkozy”.
Continua il suo discorso con una promessa ai giornalisti da sempre odiati dai politici francesi: “Terrò una conferenza stampa ogni sei mesi e non importa se ci sono dei giornalisti nemici”, la stessa promessa che aveva fatto Sarkozy largamente disattesa. Però prima bisogna arrivarci all’Eliseo! aggiunge Hollande.