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Attentato a Brindisi: Paola Severino a Otto mezzo

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“Ho apprezzato quei giornalisti che hanno reso pubblica la foto oscurandone il viso: bisogna far lavorare gli investigatori: la comunicazione non può sostituire indagini”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Paola Severino a Otto e mezzo rispondendo a una domanda sull’attentato a Brindisi e la diffusione del video. “Ricordo che c’è un reato: rivelazione del segreto delle indagini. Voglio fare un richiamo forte a questi valori: certe norme servono a tutelare le indagini, che non possono non essere collettive”.
“Per indagini su un delitto così serio – ha aggiunto – bisogna far lavorare gli investigatori con i loro mezzi: la comunicazione non può sostituire indagini”, ha aggiunto Severino, sottolineando che “i rischi della pubblicazione sono tanti: false piste, si può credere di riconosce una persona che invece è un’altra, come è successo. La grande pressione dell’opinione pubblica, pure comprensibile, non contribuisce a un atmosfera serena e fa diventare il rischio di errori elevato”. Qualcuno ha parlato troppo, le è stato domandato con riferimento anche a presunte divergenze tra procure. “No – ha risposto il ministro – ci sono stati contrasti di opinioni, ma non diversità nel modo di condurre le indagini”.