Non lo ha citato mai. Eppure Matteo Renzi è stato il convitato di pietra dell’incontro che Pier Luigi Bersani ha avuto oggi con i segretari dei circoli. Una sfida a distanza, un duello che si è chiuso con una promessa: “Finchè ci sono dentro io le primarie non saranno una rissa”. E con un’invocazione: “Nessuna tifoseria o faziosità, il Pd deve essere credibile”. Del resto, ha ironizzato, “anche io sono moderatamente bersaniano”. L’Italia in questo momento non perdonerebbe al partito democratico quattro mesi di guerra fratricida mentre l’Europa rischia di esplodere, ha chiarito Bersani. Però la giornata di oggi ha sancito di fatto l’apertura della campagna elettorale Bersani versus Renzi.
Dunque se il leader del Pd non ha fatto una sola volta il nome del sindaco di Firenze, neppure per ricambiare “l’affetto” di Renzi, il riferimento a quello che è il suo avversario ‘in pectore’ alle primarie per il candidato premier del centrosinistra è apparso a molti evidente in piu’ punti. “Non permettiamo che una parte del Pd così presa dal tema democratico dimentichi il tema sociale”, ha avvertito.”Abbiamo un elemento di anarchismo di feudalizzazione, di faziosità, di spirito divisivo, di personalismo, ma l’Italia ha bisogno che noi siamo più forti dei nostri difetti”, ha sottolineato.
Chissà se parlava anche a Stefano Fassina che ieri ha dato a Renzi del ‘portaborse’ attirandosi le ire di gran parte del partito. In molti, nei capanelli dell’assemblea di oggi, criticavano il responsabile economia del Pd, in verità più per avere dato visibilità al sindaco di Firenze che per la sostanza. Bersani non ha eluso il tema del rinnovamento, cardine della proposta di Renzi. Il leader del Pd ci ha scherzato su citando la segretaria del circolo di Sesto Fiorentino che ha raccontato di avere avuto una serata molto affollata alla festa del Pd quando ha scritto sui manifesti che sarebbe stato presente il segretario. “Fatemi fare una richiesta a Camilla di Sesto Fiorentino, che provi a scrivere sui manifesti ‘la tal sera non parlera’ Bersani’, e mi avvisi quando si riempie la sala. Chi fa politica ha bisogno di sapere anche quando è ora di finirla”, ha detto.