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Vacanze e crisi

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L’estate è un periodo breve, ma intenso, che, psicologicamente, dà un senso di relax, di evanescente svaporata gioia.
Tutto legato al periodo delle vacanze, del riposo, dell’allontanarsi dalle incombenze del lavoro e della routine, per le tanto sospirate ferie.
Quest’anno, in virtù della crisi che ha avviluppato la stragrande maggioranza degli italiani, non tutti potranno partire per raggiungere i luoghi di villeggiatura e, chi potrà farlo, accorcerà la durata, optando per pochi ma appassionati giorni da sfruttare.

Certo è, che se si guarda la tv o si leggono i giornali, un po’ rosiconi si diventa. Non fanno altro che decantare i luoghi splendidi che l’Italia o l’estero vantano, al mare ed in montagna.
Siti dove però il conto in banca non aiuta se non è fornito di tanti zeri, perché come per la Sardegna, Capri o Ibiza, quello che viene evidenziato è sempre il locale di lusso, dove i finti vip o le vere star stazionano, o i negozi che vendono oggetti di lusso sfacciato, che si possono solo guardare e sospirare.
Si, ci sono anche le trattorie, la botteguccia che ha un fascino vintage, ed i paesaggi che ripagano con i loro tramonti e la natura. Ma ne parlano solo le riviste di settore, che aiutano realtà ad emergere, dove la vera cucina tradizionale e la simpatia locale la fanno da padrone. Le categorie sociali si sono sempre demarcate tra loro con netto contrasto. Per i ceti medio-bassi le aspirazioni spesso si scontrano con le reali opportunità concesse. Certo, aulicamente, il profumo dei fiori, il calore del sole, il rumore della risacca sono estremamente appaganti.
Ma non siamo tutti dei novelli San Francesco. Più profanamente, di un po’ di scevro benessere vorremmo essere investiti. Per non dover ogni giorno far quadrare i conti, per non dover rinunciare ad una pizza il sabato sera, per non provare la mortificazione di non poter regalare un giocattolo ai propri figli.
Perché ormai, per non arrendersi, per non fare la fine di Michael Douglas in “Un giorno di ordinaria follia”, cambiamo canale quando Monti, dall’alto dei suoi compensi garantiti, continua a chiederci sacrifici per abbassare lo spread, mentre avalla i compensi milionari di coloro i quali siedono a Montecitorio.

Siamo allo stremo delle forze, attendiamo magari stipendi che vengono saldati in arretrato. Se si è in cerca di un’occupazione che si è persa per un’ingiustizia o ci si vede negato il diritto alla pensione maturata, nessun referente è pronto a risolvere questioni di vitale importanza.
Intanto Briatore e signora volano a Malindi, all’Anema e Core di Capri signori e signorine di fama acquisita senza particolare merito, ballano e si divertono, come diceva Totò “alla facciaccia nostra”.
Non per fare della demagogia e non si sta scoprendo l’acqua calda, ma non sarebbe male che lor signori potessero anche solo per un mese svegliarsi alle 06,00 del mattino per svolgere, sotto un sole rovente, l’onorato lavoro di carpentiere edile per otto ore al giorno, per 1000,00 euro al mese. E che le signorine suddette, indossassero dei bei guanti ed un bel grembiule per lavare pavimenti e sudare sul serio.

Il perdono è per tutti, ma visto le beghe che ci sono in Vaticano, credo che anche in cielo finiremo per essere suddivisi in caste.