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Ahia!

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Bisogna saper perdere, e certe volte riesce benissimo. Non sto parlando delle elezioni. Non mi riferisco alle chiavi della macchina (che pur si perdono spesso). Quant’è bello vincere? Sfottere il perdente sarà eticamente scorretto, ma dà soddisfazione. Eppure, caro lettore, amata lettrice, è la prassi. Fa parte del nostro essere italiani. Si esulta per la vittoria della propria squadra con lo stesso entusiasmo con il quale si gode per la sconfitta delle rivali. Ma quando perde la tua, non c’è alcuna consolazione. Ci sono sconfitte storiche, che ti restano impresse per anni. Prova a dire 5 maggio ad un interista… non c’è Intercontinentale che tenga. Ma si può sopravvivere a una sconfitta?

Ridi. Hai la morte dentro, ma sorridi. Non dare soddisfazione agli avversari. Quando perdi trovi sempre qualcuno che tifa per l’altra squadra che ti sogghigna (come un ebete) in faccia. Ti viene vicino e cerca di tirare in ballo l’argomento calcio. Tu ti svincoli. Lui, fingendo indifferenza, dice: “Allora, com’è andata?”.
“Non c’è male, l’allunaggio è andato bene, la domesticazione del cane è a buon punto e nei triangoli rettangoli la somma delle aree dei quadrati costruiti sui cateti è sempre equivalente all’area del quadrato costruito sull’ipotenusa”.
“Ahaha, sempre a fare lo scemo, tu”.
No, caro mio, non ho alcuna voglia di scherzare. Sto elaborando dentro me un lutto che neanche i fan dei Queen alla morte di Freddie Mercury. Lui riprende:
“E per il resto?”.
E per il resto… Come devo stare, ho perso ieri, ok? Ho perso, vabbè? Vuoi che mi umilii? Che mi metta faccia a terra a pregare orientato verso la sede della Figc?
“Per il resto… solite cose…”.
“No, è che ti vedo un po’ strano, sarà mica successo qualcosa?”.
Lo fai apposta? Tieni la cazzimma con la retromarcia allora! Mi sono fatto ottocento chilometri per perdere all’ottantaduesimo dopo che loro non hanno passato il centrocampo per tutto il secondo tempo…
“Noooo, e che doveva succedere?”.
“Ti vedo un po’ così stamattina”.
“È che ho dormito poco”.
“E perché hai dormito poco?”.
“Ho perso, ieri, ok? Ho perso. Immeritatamente. Ingiustamente ma ho perso. Tu hai vinto? Bravo! Sei felice? Goditela…”.

Volevo dimostrare che si può metabolizzare facilmente una sconfitta, ma mi sono sbagliato. Non c’è rimedio. Basta, non lo voglio neanche finire questo articolo…

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