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Ansia, che cos’è e come curarsi?

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ansiaE’ tra i disturbi più comuni. In Occidente 400.000.000 di persone accusano disturbi d’ansia.
In leggera prevalenza sono le donne fra i 30 e i 50 anni.
Le categorie più colpite sono i lavoratori dipendenti, i genitori, i manager, con un dato che si fa sempre più evidente, la preoccupazione dei giovani in cerca di primo impiego.
Per capire meglio cos’è l’ansia lo chiediamo alla dottoressa Maria Rosaria Siviero psicologa psicoterapeuta ad orientamento Gestaltico e Analitico Transazionale.

 Che cos’è l’ansia e quali le cause e i sintomi?

“Il termine ansia non è di per sé sinonimo di patologia; essa è un’emozione naturale ed universale. L’ansia è generata da un meccanismo psicologico di risposta allo stress che svolge la funzione di anticipare la percezione di un eventuale pericolo prima ancora che quest’ultimo sia chiaramente sopraggiunto, mettendo in moto specifiche risposte fisiologiche che spingono da un lato all’esplorazione per identificare il pericolo ed affrontarlo nella maniera adeguata e, dall’altro, all’evitamento e all’eventuale fuga. Essa è connotata da sensazioni principalmente spiacevoli come la paura, l’apprensione, la preoccupazione e la sensazione che le cose possano sfuggire di mano, bisogno di trovare una soluzione immediata.

L’ansia è un eccitamento fisiologico dell’organismo, più leggero della paura e costante. Provare ansia significa sentirsi continuamente all’erta, ingigantire il valore dei fatti, vivere le situazioni con un’intensità emotiva assillante e discordante con la realtà, essere troppo vulnerabili per rispondere in modo opportuno agli stimoli e alle pressioni ambientali.

Una volta che lo stato d’ansia è insorto, la sua intensità e persistenza dipende dalla predisposizione individuale all’ansia, dalle esperienze precedenti nel confrontarsi con situazioni simili, e dalla intensità e durata degli stimoli esterni (= situazioni stressanti) e interni (= pensieri, emozioni, conflitti). Occorre poter sostenere un certo grado di ansietà interna per essere “creativi” o anche solo per sopravvivere nel mondo con una certa sicurezza, forza, autostima.

Possiamo definire ansia normale/fisiologica quella di lieve e breve durata, che si esaurisce quando  abbiamo portato a termine un’attività della quale ci stiamo occupando o affrontato una situazione.

Essa è proporzionata alla difficoltà che dobbiamo gestire in un determinato momento e non diventa un ostacolo alle nostre capacità di funzionamento, ma ci rende addirittura più efficienti.

I disturbi d’ansia sono diventati l’emblema del male sfuggente del nostra società: sintomi che sopraggiungono senza apparenti ragioni, riscontrati anche da chi ha tutto, da chi ha conduce una vita piena e soddisfacente.

L’ansia patologica (DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATO) è caratterizzata da ansia e preoccupazione eccessive (che si manifestano per la maggior parte dei giorni per almeno 6 mesi) che la persona ha difficoltà a controllare nei riguardi di una certa quantità di eventi o attività quotidiane e abitudinarie come: faccende domestiche, problemi economici, disgrazie per i propri familiari, responsabilità lavorative, etc.

L’ansia e la preoccupazione eccessive si accompagnano ad almeno tre dei seguenti sintomi: disturbi del sonno (difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, sonno inquieto e insoddisfacente), irrequietezza, difficoltà a concentrarsi, irritabilità, tensione muscolare, facile affaticabilità. A questi sintomi possono associarsi altre manifestazioni e/o risposte di allarme esagerate quali: contratture, dolori muscolari, sudorazione eccessiva, freddo, difficoltà a deglutire o nodo alla gola”.

Liberarsi dall’ansia è possibile o è consentito solo imparare a gestirla?

“Combattere l’ansia sicuramente non significa eliminarla ma imparare a gestirla. L’ansia, anche nella sua forma patologica, ha una funzione protettiva per l’organismo in situazioni di estremo pericolo (reale o anche solo percepito come tale dal soggetto).

Può essere, dunque, vista come una risorsa al nostro sevizio che ci segnala potenziali difficoltà e ci aiuta ad attivarci in maniera adeguata alla soluzione dei problemi”.

Quali piccoli accorgimenti può mettere in pratica una persona ansiosa per non incorrere in uno stato d’ansia?

“Si è detto che l’ansia è un’emozione naturale ed universale. Dunque è impossibile non provarla affatto! Ma possiamo “lavorare” affinché essa non diventi invalidante per la nostra vita.

Può essere benefico nella maggior parte dei casi il ricorso a Tecniche di Rilassamento, come il Training Autogeno, o la Meditazione, che, lavorando su uno stato di calma e di riequilibrio tra mente e corpo attraverso la focalizzazione e la concentrazione nel momento presente, aiutano ad alleviare le tensioni corporee legate all’ansia e ad attivare un processo di conoscenza e consapevolezza di sé.

E’ stato dimostrato che la pratica costante di tali tecniche riduce il quantitativo di “rumore” registrato nel cervello e proveniente da stimoli esterni e dialoghi interiori e attiva le regioni del cervello che sperimentano ampi stati emotivi/psicologici/spirituali, quali gioia, rilassamento profondo e accresciuta consapevolezza”.

Come fare a capire quando diventa necessario consultare uno specialista? E soprattutto come si cura l’ansia?

“Le capacità di risposta dell’organismo allo stress sono immense, ma si riducono qualora le situazioni persistano troppo a lungo.

Chiedere un aiuto terapeutico significa accettare la momentanea incapacità di sapersi proteggere nelle diverse situazioni.

Iniziare un percorso psicoterapeutico (affiancato se necessario da terapia farmacologica) – nel caso di veri e propri disturbi che siano diventati invalidanti per la vita della persona – può essere utile per comprendere i motivi profondi del sintomo.

La Psicoterapia della Gestalt, ad esempio, utilizza un approccio che considera il sintomo come l’unico modo con cui l’individuo è riuscito ad “adattarsi” a quello che stava succedendo nella sua vita. Ogni sintomo viene visto come facente parte di un insieme più ampio che include sia gli aspetti corporei che quelli psicologici.

Ogni sintomo somatico (ad esempio, contratture, dolori muscolari, etc.) è l’espressione di qualcosa di più ampio e complesso che include un problema psicologico ed è in parte l’espressione di quest’ultimo. Allo stesso modo, ogni problema psicologico include l’espressione fisica/corporea di quel problema, ad esempio: una tensione muscolare, inibizioni della respirazione, distorsioni della postura, etc. ‘L’ansia è sempre un vuoto che si genera tra il modo in cui le cose sono e il modo in cui pensiamo che dovrebbero essere; è qualcosa che si colloca tra il reale e l’irreale’.     

Secondo la psicoterapia della Gestalt la persona ansiosa volge lo sguardo principalmente al futuro privandosi del sostegno dato dall’ancoraggio al presente.   

Chi soffre di ansia è spinto al controllo di ciò che non può essere controllato nella speranza di rendere le cose più prevedibili; essa crea stasi, monotonia, fissità nelle relazioni che si inceppano e diventano rapidamente ‘sfiatate’.           

Scopo della terapia della Gestalt nella cura dell’ansia è aiutare la persona ad entrare in contatto con quello che sperimenta nel tempo presente, nel qui ed ora dell’incontro terapeutico.    

Ponendo attenzione a ciò che avviene nel corpo, il terapeuta promuove nel paziente una maggiore disponibilità ad entrare in contatto con le proprie esperienze emotive del presente privilegiando l’assunzione di responsabilità individuale nel riconoscimento e rispetto dei propri bisogni”.


Si ringrazia la dottoressa Maria Rosaria Siviero

Per contatti: marosiv@libero.it