Niente sesso e attività a luci rosse su LinkedIn che ha appena deciso di bandire il mestiere più antico del mondo dalla sua rete allontanando prostitute ed escort. Il social network dedicato ai rapporti di lavoro ha appena aggiornato i suoi termini di servizio aggiungendo una clausola che invita esplicitamente i suoi iscritti a non creare profili o pubblicare contenuti che promuovano servizi di escort e prostituzione, anche se nel proprio Paese queste attività sono legali.
Con il nuovo contratto, LinkedIn ha comunicato ai suoi 200 milioni di utenti le nuove regole di comportamento da osservare per non vedersi cancellare la propria iscrizione. In particolare, l’articolo 10 intitolato“Attività consentite” e “attività non consentite” di LinkedIn, elenca una serie di nuovi divieti, tra cui emerge quello di: “Caricare, pubblicare, inviare email, trasmettere o mettere a disposizione in altro modo oppure creare profili o fornire contenuti, anche se fosse legale nel luogo in cui Lei si trova, promuovono servizi escort o prostituzione.”
Ma LinkedIn non è l’unica a bandire attività a luci rosse dalla propria rete. In realtà un certo ostracismo nei confronti delle attività “hot” è stato dimostrato anche da parte di Facebook che invita i propri utenti a non utilizzare il social network per “scopi illegali”, né a pubblicare “contenuti pornografici” o a utilizzare applicazioni di terzi con contenuti correlati “a servizi di incontri”, pubblicità comprese.