L’origine del tatuaggio, dal samoano “tatau”, risale a 5000 anni fa. Nati per identificare l’appartenenza a un gruppo o a una classe sociale, i tatuaggi sono spesso considerati simboli positivi anche se in passato sono stati un marchio d’infamia.
Il desiderio di poterli rimuovere esiste, probabilmente, da sempre. Si stima che solo negli Stati Uniti siano tatuate più di dieci milioni di persone.
Circa 1/3 delle persone tatuate decide, nel corso della propria vita, di rimuovere il tatuaggio. Un desiderio che finora si è scontrato con gli effetti cicatriziali permanenti che ne conseguivano, molte volte ben peggiori del tatuaggio stesso.
“E’ importante analizzare bene un tatuaggio prima di effettuare un trattamento per rimuoverlo – spiega la prof.ssa Faga – Un tatuaggio è essenzialmente costituito da un cromoforo esogeno che viene iniettato nella cute. Le particelle di inchiostro vengono fagocitate dai fibroblasti del derma e rimangono permanentemente confinate a livello del derma superficiale. La densità e la profondità dell’inchiostro sono tra i fattori più importanti che influenzano l’esito del trattamento per la rimozione di un tatuaggio”.
Solo grazie all’avvento della tecnologia laser QS (Quality Factor – Switched Laser) è stato possibile realizzare dei sistemi per rimuovere i tatuaggi in modo efficace e non invasivo.
Il centro T.A.ME.RI.CI dell’Università di Pavia, guidato dalla prof.ssa Angela Faga, è uno dei pochi centri italiani specializzati nella rimozione sicura e permanente dei tatuaggi grazie alla tecnica LASER Q-SWITCHED Nd-Yag 1064 DEKA.
E’ diverso trattare un tatuaggio amatoriale o un tatuaggio professionale: “In genere, in un tatuaggio amatoriale – continua la prof.ssa Faga – viene utilizzato inchiostro nero a base di carbone e il pigmento ha bassa densità nella cute ed è situato a diversi livelli di profondità. I tatuaggi professionali sono invece costituiti da vari pigmenti colorati, hanno una densità di inchiostro molto elevata nella cute e la profondità è uniforme. Date le loro caratteristiche, i tatuaggi amatoriali richiedono solitamente un minor numero di sedute, per la loro rimozione, rispetto a quelli professionali”.
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