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Ritorna la sigaretta elettronica nei luoghi pubblici

Con il decreto Istruzione cancellato il divieto di utilizzo della sigaretta elettronica nei luoghi pubblici. L'e-cig rimane invece vietata nelle scuole

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Sigaretta Elettronica © pixarno - Fotolia.com
Sigaretta Elettronica

Ritorna la sigaretta elettronica nei luoghi pubblici: sarà di nuovo possibile ‘svapare’ la ‘bionda elettronica’ in uffici, bar, mezzi pubblici, cinema e ristoranti.

L’emendamento, ormai diventato legge, è stato presentato dal presidente della commissione Cultura della Camera Giancarlo Galan (Pdl), durante l’esame del decreto, ed è stato approvato dai deputati il 23 ottobre scorso.
Il divieto era stato introdotto a giugno dal decreto legge Iva-lavoro, che aveva allargato anche alle sigarette elettroniche le norme restrittive contenute nella legge Sirchia del 2003.
Altra novità prevista dal decreto è la reintroduzione della pubblicità delle e-cig, anche se resta vietata negli spazi riservati ai minori.
Le “bionde elettroniche” potranno essere di nuovo pubblicizzate a condizione che gli spot riportino la dicitura “presenza di nicotina” e “l’avvertimento sul rischio di dipendenza”.

«Si tratta della correzione di un eccesso di proibizione – spiega il presidente della commissione Cultura della Camera, Giancarlo Galan – le norme erano infatti eccessivamente restrittive, più di quelle per il tabacco. Ad esempio proibivano la pubblicità persino sulle vetrine dei negozi che vendono le sigarette elettroniche».
“Ho recepito – ha spiegato all’Ansa il presidente della Commissione Cultura della Camera – l’appello proveniente da una nuova filiera produttiva, per altro in forte espansione, massacrata da tassazione e da pesanti divieti di utilizzo e pubblicità a causa di un intervento normativo improvviso e forse poco approfondito”.
“Non mi permetto – continua Galan – di dare alcun giudizio medico scientifico su questo prodotto” precisando poi “ho solo ritenuto opportuno non affossare un nuovo modo di fare impresa con una regolamentazione ostruzionistica».

Si è detto invece «molto sorpreso» dalla cancellazione del divieto Girolamo Sirchia, ex ministro della Sanità e attuale presidente della Consulta nazionale sul Tabagismo nonché autore della legge del 2003 che ha introdotto in Italia il divieto di fumo nei luoghi pubblici.
«È un cattivo provvedimento, non certo mirato alla salute pubblica, anche nella parte che riguarda la liberalizzazione della pubblicità. Non è certo un’ immagine edificante quella di una persona che fuma, anche se si tratta di una sigaretta finta». 
«Sono favorevole alla sigaretta elettronica – continua l’ex ministro della Sanità – quando viene usata come presidio per smettere di fumare. Certo è meno dannosa della nicotina combusta della sigaretta tradizionale. Però non si può costringere chi ti sta accanto a respirare vapori che possono essere anche di nicotina».
«Certo adesso è diventato legge, ma speriamo il divieto che si possa recuperare»
, conclude Sirchia.

Di diverso avviso, naturalmente, i produttori. Secondo il Presidente di Anafe-Confindustria, Massimiliano Mancini, «la modifica della norma che estendeva la legge Sirchia e il divieto di pubblicità previsti per le sigarette tradizionali anche alle sigarette elettroniche era assolutamente doverosa, in quanto certi divieti assoluti erano unici in Europa e anche dannosi». «L’equiparazione tra i due prodotti – aggiunge – non farebbe altro che spingere le persone verso le sigarette tradizionali».
«A questo punto – conclude Mancini – auspichiamo come prossimo passo l’avvio di un dibattito parlamentare che riveda l’assurda tassazione che dovrebbe entrare in vigore il 1^ gennaio prossimo e che porti finalmente a regole certe per un settore che è diventato un eccellenza a livello europeo».

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