La laguna di Venezia chiude alle navi da crociera. Lo ha deciso il governo con una riunione tenutasi a palazzo Chigi a cui hanno partecipato, tra gli altri, il presidente del Consiglio, Enrico Letta, i ministri Orlando, Lupi e Bray, rispettivamente preposti all’ambiente, alle infrastrutture e alla cultura, e i rappresentanti del porto e del comune di Venezia.
Negli ultimi 15 anni, il turismo sulle navi da crociera a Venezia è aumentato del 439 per cento, trasformando la città nella capitale europea delle crociere. Di fronte a questo incremento esoso, però, gli abitanti della città si sono schierati su due fronti completamente opposti: alcuni hanno guardato con favore alla situazione, soffermandosi sul valore positivo che avrebbe avuto sull’economia del turismo; altri, invece, hanno espresso subito preoccupazione per i danni che avrebbe subito l’ecosistema.
Dopo circa un anno di polemiche e accese discussioni, negli ultimi mesi sono nati diversi movimenti d’opinione contrari al passaggio delle grandi imbarcazioni: su tutti il comitato No grandi navi. Il comitato calcola che, quando passa una nave da crociera, l’acqua cala di venti centimetri per il risucchio e stima che l’inquinamento prodotto da una grande nave equivalga a quello prodotto da 14 mila automobili. Le polveri sottili e l’elevata quantità di zolfo contenuta nel carburante delle navi sono, quindi, i rischi maggiori.
In risposta a questa posizione, dunque, la scelta di ridurre il traffico di navi davanti a San Marco. Si tratta di una riduzione graduale il cui primo passo sarà quello di vietare il passaggio dei traghetti e di tagliare del 20 per cento il transito delle navi superiori alle 40 mila tonnellate.
La data cruciale è il 1 novembre 2014, a partire da quando sarà introdotto il blocco basato sul tonnellaggio: nel bacino, quindi, sarà vietato il passaggio delle navi superiori alle 96 mila tonnellate, costringendo le compagnie ad usare delle imbarcazioni più piccole.
In totale la riduzione dovrebbe essere di circa il 45 per cento, per un ammontare di trecento navi in meno.