È apparsa ieri su tutti i giornali la notizia dell’arresto, nell’hinterland milanese, di un quarantenne che avrebbe violentato quattro ragazzini, mentre prestava servizio in una parrocchia come educatore.
La vicenda ha subito destato l’attenzione dell’opinione pubblica per il suo collegamento immediato con il tema caldo della pedofilia che si consuma tra le fila del Vaticano e dintorni. E, oggi, torna a fare ancora più scalpore dal momento che è stata rivelata l’identità dell’uomo coinvolto.
Si tratta di Paolo Bovi, fondatore, ex tastierista ed attuale fonico dei Modà, il gruppo por rock che, tra apprezzamenti e dure critiche, cavalca ormai da qualche anno l’onda del successo e la conquista del panorama musicale nazionale.
Bovi, che ha fondato la band proprio nell’ambito dell’oratorio, è stato arrestato ieri perché si ipotizza il reato di “violenza sessuale di lieve entità” vale a dire una situazione in cui non si sono consumati rapporti sessuali. Le vittime infatti, quattro minori di età compresa tra i 13 e i 16 anni le cui identità rimangono protette, sarebbero stati destinatari, secondo quanto riporta stamane “Il Corriere”, di “toccamenti nelle parti intime, di finti massaggi andati oltre, di molestie mascherate da «penitenze» in giochi a sfondo sessuale”.
L’arresto è avvenuto con l’utilizzo, per la prima volta a Milano, della misura cautelare del braccialetto elettronico, introdotto lo scorso dicembre con il decreto Cancellieri. Il braccialetto, che in realtà è una cavigliera, è un dispositivo elettronico tarato per resistere a 70 gradi di temperatura e 40 chili di trazione, in un ambiente domestico «mappato» da una apposita centralina collegata con le forze dell’ordine.
Le indagini sul musicista erano già state avviate nel 2013 sulla base delle prime denunce da parte dei familiari delle vittime, ma ancora prima la parrocchia lo aveva allontanato come educatore, sebbene senza inviare alcuna segnalazione all’autorità giudiziaria. Tuttavia, uno dei preti già interrogati ha dato un contributo fondamentale alle indagini, rendendo conto di uno scritto indirizzato a Palo Bovi nel quale è presente un invito pressante ad affidarsi alle cure di esperti.