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Nel monastero di Santa Rita, gli abiti da sposa sono gratis

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abiti da sposa

abiti da sposaIl matrimonio è uno degli eventi più costosi che una persona, o meglio una coppia, può trovarsi ad organizzare nel corso della propria vita. Più passa il tempo e più costi aumentano, sebbene le risorse in tasca diminuiscano. Ma, con un pizzico di astuzia e un briciolo di buona volontà e impegno, si trovano anche le soluzioni per risparmiare su tutti i fronti: dal ristorante al fotografo, dalle bomboniere agli inviti passando anche per quella che è una delle spese che gravano di più. Si care amiche, parlo proprio dell’abito da sposa.

Ecco allora una soluzione a costo zero, o giù di lì, proprio per quelle spose che sognano di arrivare belle come non mai all’appuntamento all’altare, ma senza spendere una fortuna. Magari perché non ne hanno la possibilità o magari semplicemente per una scelta ispirata da valori e scale personali di priorità.

La soluzione è l’atelier del monastero di Santa Rita, la santa a cui si chiedono spesso le grazie impossibili. In questo posto è possibile trovare abiti da sposa bianchi, classici e semplici, ma anche abiti più stravaganti e modaioli. Alcuni vengono pagati con una piccola offerta, per altri, invece, basta solo dire grazie e così anche le spose meno abbienti possono coronare il loro sogno di indossare un abito splendido per il giorno del sì, ricevendolo in dono da una donna economicamente più fortunata che le ha precedute.

Questa catena di riciclo di abiti da sposa è iniziata perché molte donne lasciavano come ex voto il loro abito, e le religiose, vedendoli tutti lì privi di una qualche utilità, hanno avuto la bellissima e geniale idea di regalarli alle future mogli che non si possono permettere di acquistare un abito da sposa nuovo.

Al monastero di Santa Rita vengono donati almeno una decina di vestiti nuziali ogni mese da donne di tutta Italia, ma anche da sartorie che forniscono le loro creazioni nuove e altri accessori. “Le vere protagoniste – ha raccontato suor Maria Laura all’ANSA – sono loro. Noi diamo solo ad altre quello che ci viene donato. Con la crisi sono aumentate le richieste ma è aumentata soprattutto la generosità di chi dona per rendere felice un’altra persona”.

Gli abiti vengono spediti al monastero o lasciati in forma anonima in parlatorio o davanti al portone. La monaca provvede poi a ordinarli, per taglia e modello, in un locale arredato in maniera accogliente ma sobria, con un piccolo salotto e uno specchio. Qui le future spose li indossano e li scelgono. “Ciascuna di loro mi è rimasta nel cuore” ha raccontato suor Maria Laura. “Ne ricordo una incinta. Le ho consigliato un abito in pizzo, un camicione dalle grande maniche che praticamente non faceva vedere più la pancia. E’ stata molto contenta. C’è poi quella che si sposava in municipio e temeva che non le avrei dato l’abito. In tante mi hanno confidato la loro storia. Non ne ho dimenticata nessuna”. Secondo la suora a ricorrere a questi vestiti non è “solo chi ha bisogno ma anche chi lo fa per scelta al termine di un percorso spirituale”.

Gli abiti vengono forniti così come sono ed eventuali modifiche devono essere fatte all’esterno dalle sarte delle future spose, “anche se – rivela suor Maria Laura – sarei in grado di farlo. Da ragazza ho frequentato una scuola di stilista di moda e poi con mia sorella abbiamo aperto una sartoria, a Lucca. Ci occupavamo anche di abiti da sposa”.