Sesso in cambio di regali o denaro. Sembra essere diventata ormai una moda quelle delle ragazzine tra i 13 e i 17 anni disposte a concedersi a sconosciuti in cambio di un regalo o per qualche euro in più necessario, magari, per arrotondare la paghetta. Dati preoccupanti arrivano dal Peter Pan Onlus che si occupa di pedofilia e sfruttamento minori e autore.
Sembra che “in Italia, ad avere rapporti in cambio di ‘regali’ o denaro, è lo 0,6% delle ragazzine tra 14-17 anni, contro lo 0,8-1% in Europa”. A riferirlo è il giornalista Mario Campanella, presidente di Peter Pan Onlus. Un dato confermato da quanto emerso da “un monitoraggio condotto qualche anno fa a Catania, Padova, Bologna, Pescara, Bari e Salerno. Riuscimmo a scovare 600 ragazzine dai 14 ai 17 anni che avevano avuto già 20 partner diversi. In molti casi c’era la mediazione di ‘regalìe’. L’età media dei partner – racconta all’Adnkronos Salute – era 17-25 anni, dunque non si può parlare di pedofilia, ma neanche di una normale vivacità nella scoperta del sesso. C’è poi un mondo che si muove all’interno dei social network e sfugge a ogni controllo, bacheche di annunci e di scambi che nessuno riesce ad interpretare”.
Un fenomeno quello della prostituzione minorile sempre più in aumento negli ultimi anni. Dopo il caso delle baby squillo dei Parioli a Roma, e della sedicenne rumena che si prostituiva nel quartiere di Fuorigrotta a Napoli, una nuova storia arriva dall’entroterra ligure, da Ventimiglia dove due ragazzine di 14 e 15 anni vendevano il proprio corpo su Internet a clienti che potevano avere l’età dei loro genitori. Le ragazzine, che chiedevano dai 30 ai 50 euro per prestazioni spesso non protette, incontravano i loro clienti in auto parcheggiate in zone isolate. Ma chi sono di solito i clienti? Uomini senza scrupoli, stimati professionisti, impiegati, piccoli imprenditori. Ma la cosa che più preoccupa è che nella maggior parte dei casi si tratta di uomini che hanno figlie della stessa età delle ragazze di cui abusano.
Campanella che nel 2012 ha scritto insieme a Don Fortunato Di Noto il libro ‘Lettera a una bambina molestata’ – parla anche di “legislazione carente e di assenza completa di prevenzione nel nostro Paese”.
“Ancora oggi – prosegue il giornalista – i reati associativi per la pedofilia prevedono il rito del patteggiamento e della non menzione. È accaduto di recente a Cosenza con una madre che ha ‘ceduto’ la figlia tredicenne al compagno albanese, e ha patteggiato una pena a due anni senza menzione: questa signora potrebbe tranquillamente partecipare a un concorso per insegnante o assistente sociale”.