Quando la vita reale delude creando un vuoto relazionale e affettivo ecco che affacciarsi alla rete è l’occasione giusta per correre ai ripari rifugiandosi in una realtà virtuale che talvolta tra illusioni e speranze riesce a colmare quel vuoto.
Il 37% degli italiani, infatti, afferma di utilizzare il web – soprattutto i social network – per conoscere persone disponibili a fare amicizia o ad intrattenere un rapporto di affetto o amore.
L’81% degli italiani pensa che le interazioni sessuali tra adulti e adolescenti siano diffuse e trovino in internet il principale strumento per iniziare e sviluppare la relazione, che può sfociare nell’incontro fisico.
1 italiano su 10 attribuisce la responsabilità dell’iniziativa di contatto agli adolescenti.
Un dato sconcertante emerge dal rapporto che Save the Children tramite Ipsos che ha svolto un’indagine su un campione di 1.001 adulti tra i 25 e i 65 anni in occasione del Safer Internet Day 2014, la giornata dedicata dalla Commissione Europea alla sensibilizzazione dei più giovani a un uso corretto e consapevole della rete, che ricorre l’11 febbraio.
Ebbene, secondo il Rapporto il 38% degli italiani ritiene accettabili le relazioni sessuali con adolescenti. Il 28% degli adulti tra i 45 e i 65 anni ha tra i propri contatti giovani anche senza conoscerli personalmente. Oltre 1 su 3 vuole trovare in rete un rapporto di affetto o di amore. Per quasi 1 italiano su 10 l’iniziativa parte dai ragazzi.
“Nella nostra esperienza di lavoro sul campo coi ragazzi, veniamo spesso a conoscenza di tentativi di interazione da parte di un adulto con un minore, uno dei motivi che ci ha spinto ad indagare in profondità un fenomeno come quello di un’interazione a sfondo sessuale tra giovani e adulti, anche attraverso le nuove tecnologie. Ma non ci aspettavamo un grado di tolleranza così alto dei rapporti da parte l’opinione pubblica che, a nostro avviso, prelude ad un’accettazione di una deresponsabilizzazione e di un disimpegno degli adulti rispetto al loro ruolo nei confronti degli adolescenti”, commenta Valerio Neri, direttore generale di Save the Children.