Una legge che farà sicuramente discutere quella che ha appena firmato il presidente dell’Uganda, Yoweri Museveni. La legge “anti-gay” prevede l’ergastolo per gli omosessuali in caso di recidiva, nonostante le critiche e le pressioni internazionali. A darne conferma è stato il portavoce presidenziale, Sarah Kagingo.
Approvata a larga maggioranza lo scorso dicembre, la legge prevede l’ergastolo per i recidivi, vieta qualsiasi propaganda dell’omosessualità e rende obbligatoria la denuncia delle persone omosessuali. Inizialmente era prevista anche la pena di morte, poi esclusa. Pene detentive sono previste anche per chi non ‘denuncia’ persone gay alle autorità.
La norma è stata duramente criticata da Nazioni Unite, Unione europea e Stati Uniti.
“Un passo indietro” così il presidente americano Barack Obama ha commentato la notizia. Si tratta di una legge, a suo parere, che complicherà le relazioni con Kampala e si è detto “profondamente deluso”. Per il premio Nobel e arcivescovo del Sudafrica Desmond Tutu, la normativa ricorda il sinistro tentativo dei nazisti e del regime dell’Apartheid di “legiferare contro l’amore”.
“Questa è una vittoria per l’Uganda, sono felice che il Parlamento abbia votato contro il male”, ha dichiarato David Bahati, il deputato che ha presentato il progetto di legge che inizialmente prevedeva anche la pena di morte in alcuni casi, per esempio quando un sieropositivo aveva rapporti con un minorenne, misura che poi è stata fatta cadere. “Ora sono ufficialmente un fuorilegge”, ha dichiarato l’attivista gay ugandese Frank Mugisha.