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Dalla Sicilia a New York con un software

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Cosa ha in comune una metropoli come New York con un paese di fichi d’India e mandorli in fiore come Mirabella Imbaccari, situata nel cuore profondo della Sicilia?
Hanno i ragazzi della “EdisonWeb” che, mentre conducono la loro vita isolana, fanno muovere i taxi newyorkesi grazie a un software di loro invenzione.

Ragazzi e ragazzini che, smanettando davanti ai pc in una palazzina del loro paese siciliano, forniscono software di eccellenza a tutto il mondo. Tutto ruota intorno al principio secondo cui l’unico modo per agganciare il compratore è quello dei venditori ambulanti, da secoli padroni delle fiere di paese e dei mercati rionali che agganciano la casalinga con proposte su misura per lei.

I venditori così come i ragazzi della “EdisonWeb” lavorano in base alla pubblicità personalizzata, che nel caso dei taxi gialli vuol dire individuare in ogni momento il tipo di cliente per cui si effettua la corsa e proporgli quindi le immagini o gli spot giusti per lui o per lei.

Un sistema che apre scenari dai risvolti economici talmente grossi da interessare perfino le grandi multinazionali mondiali.
L’idea di partenza, racconta ridendo Luca Naso, uno dei giovani protagonisti di questa avventura, è stata colta in una battuta del film western “I giorni dell’ira”: “La pallottola giusta al momento giusto” che, nel linguaggio del marketing si traduce nell’impossibilità di farsi scappare il cliente e nella necessità di “colpirlo” con il proprio messaggio prima che si allontani.

Per realizzare questo progetto, Luca è tornato al paese natale addirittura dalla Cina. Anche lui, quindi, con il suo curriculum eccellente era uno dei tanti cervelli in fuga che, rimpatriando ha non solo stupito tutti i suoi compaesani, ma ha dato anche a tanti giovani col morale ai minimi storici un bell’esempio di speranza. A loro, Luca, raccontando la sua testimonianza alla Camera, ha detto: “Non azzardatevi a smettere di sognare!”. Dalla palazzina della piccola azienda di cui è direttore scientifico, Luca insieme ai suoi compagni ha inoltre voluto dimostrare che nel mondo di oggi, grazie alla rete, è possibile ritagliarsi spazi di eccellenza anche per chi non vive nel cuore di Manhattan o a Seul, a San Francisco o a Shanghai.

Insomma, ai giovani del piccolo paese siculo del merletto è bastata una pagina in inglese su LinkedIn perché nel giro di una settimana enti di ricerca e municipalità europee contattassero la softwarehouse catanese, tutti curiosi di capire cosa succede laggiù in Sicilia.

Morale della storia: anche, e soprattutto, in tempi di crisi, il talento paga.