Oggi 25 aprile, giorno della festa della Liberazione, si celebra San Marco evangelista. Non si hanno notizie certe circa la sua nascita e morte, ma si presume che sia nato in Palestina intorno al 20 d.C., e che sia scomparso nella seconda metà del primo secolo. Fu discepolo dell’apostolo Paolo e, in seguito, di Pietro ed è tradizionalmente ritenuto l’autore del Vangelo secondo Marco.
Il Vangelo scritto da Marco, considerato dalla maggioranza degli studiosi come “lo stenografo” di Pietro, va posto cronologicamente tra quello di s. Matteo (scritto verso il 40) e quello di san Luca (scritto verso il 62); esso fu scritto tra il 50 e il 60, nel periodo in cui Marco si trovava a Roma accanto a Pietro.
Secondo un’antichissima tradizione, Pietro lo mandò ad evangelizzare Alessandria d’Egitto, qui Marco fondò la Chiesa locale diventandone il primo vescovo.
Fu proprio ad Alessandria che subì il martirio, sotto l’imperatore Traiano; qui fu torturato, legato con funi e trascinato per le vie del villaggio di Bucoli, luogo pieno di rocce e asperità; lacerato dalle pietre, il suo corpo era tutta una ferita sanguinante.
Dopo avere trascorso una notte in carcere, dove venne confortato da un angelo, Marco fu trascinato di nuovo per le strade, finché morì un 25 aprile verso l’anno 72, secondo gli “Atti di Marco” all’età di 57 anni; ebrei e pagani volevano bruciarne il corpo, ma un violento uragano li fece disperdere, permettendo così ad alcuni cristiani, di recuperare il corpo e seppellirlo a Bucoli in una grotta; da lì nel V secolo fu traslato nella zona del Canopo.
San Marco, protettore delle segretarie, è patrono di 43 comuni italiani.