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Apple, Sturbucks e Fiat sotto inchiesta della Commissione Europea

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La Commissione europea aprirà un’indagine su tre importanti aziende che operano a livello mondiale: la Apple, Starbucks e la Fiat Finance and trade (società con sede in Lussemburgo controllata dalla Fiat). L’indagine ha lo scopo di valutare il regime fiscale delle tre aziende in questione in Irlanda, nei Paesi Bassi e in Lussemburgo.

In particolare, le indagine consisteranno nell’esaminare se le tre aziende hanno ricevuto un trattamento fiscale privilegiato, violando le norme comunitarie sugli aiuti di stato.

L’indagine, quindi, sarà focalizzata soprattutto sul cosiddetto transfer pricing, ovvero un’attività che permette di ridistribuire i profitti all’interno di un gruppo facendo pagare i beni o i servizi di una controllata a un’altra che si trova in un paese con un regime fiscale più conveniente. Gli esperti dicono che questa pratica può aiutare le aziende a ridurre al minimo le loro cartelle esattoriali.

Intanto, Joaquín Almunia, commissario europeo per la concorrenza, ha dichiarato che “In un contesto di crisi economica generalizzata, è importante che le grandi multinazionali paghino la loro giusta quota di tasse”.

Qualora l’ipotesi per cui è stata aperta l’indagine fosse verificata, la commissione potrebbe decidere di imporre delle sanzioni per recuperare i soldi dalla Apple, da Starbucks e dalla Fiat.

La commissione europea ha aperto anche una procedura di infrazione sul Lussemburgo, perché il paese ha fornito solo una parte “limitata e incompleta” dei documenti richiesti per le indagini fiscali sul trattamento fiscale della Fiat Finance and trade.

I tre accusati hanno replicato così: la Apple ha detto di “non avere alcun accordo fiscale particolare con il governo irlandese”; Starbucks ha detto che “rispetta tutte le regole sui regimi fiscali”, mentre dalla Fiat non è ancora arrivato alcun commento.

Già lo scorso anno, la Apple è stata accusata di essere “tra i più grandi elusori fiscali degli Stati Uniti” da una commissione del senato. Secondo l’inchiesta, la Apple ha usato “una complessa rete di società offshore” per evitare il pagamento di miliardi di dollari di imposte. Tuttavia, l’azienda non avrebbe comunque commesso reati, secondo quanto ha fatto sapere in seguito la commissione.