“Chi rom e chi no”. Se siete napoletani o dei dintorni o se avete mai sentito almeno una volta parlare un napoletano, è facile cogliere il gioco di parole, ma non fermatevi solo a quello.
Chi rom e chi no è, infatti, un progetto molto ambizioso se si pensa che fin dal titolo contiene due buoni propositi e due obiettivi in corso di realizzazione.
Chi rom… è un ristorante gestito da donne rom nel quartiere napoletano di Scampia, mentre chi no… si occupa del recupero delle terme romane di Fuorigrotta.
Due progetti di impresa sociale la cui realizzazione si è resa possibile grazie ai fondi e al sostegno di Unicredit Foundation e della Fondazione con il Sud. Le due fondazioni insieme hanno stanziato un contributo complessivo di 300 mila euro in tre anni in seguito alla “vittoria” del progetto nell’ambito del concorso “Naples 2.0”.
La prima parte del progetto è realizzata dalla Kumpania, un’impresa sociale nata in seno all’associazione Chi rom e chi no, mentre l’altra parte inerente il recupero e la restituzione alla città delle terme romani di Fuorigrotta è curata dall’Associazione Roots Discovery.
Maurizio Carrara, presidente di Unicredit Foundation, ha spiegato così sulle pagine di Redattore Sociale la decisione di premiare questi progetti: “i due progetti premiati sono il risultato di una impegnativa selezione. Entrambi affrontano in modo innovativo problemi ormai endemici della realtà napoletana. Dal loro successo dipenderà non solo la soluzione dei problemi di vita e di lavoro delle persone impegnate ad attuarli, ma anche la possibilità di creare dei modelli, replicabili in altre situazioni, in grado di contribuire a sanare storiche contraddizioni dello sviluppo del nostro Paese. Analoghe esperienze che si sono sviluppate in altri Paesi dell’Unione Europea, ci dicono che non si tratta di ambizioni velleitarie, ma di modalità concrete per dare positive risposte allo sviluppo di determinate comunità e rafforzarne la coesione sociale”.
Particolarmente stuzzicante la parte riguardante il ristornate gestito dalle donne rom insieme alle donne napoletane. Si tratta, in particolare, di un catering e di un ristorante con sede a Scampia che, si propone di favorire l’integrazione tra due diverse culture, partendo dalle due differenti tradizioni culinarie. Una sfida importante sul piano socio culturale soprattutto se si pensa che il ristorante è calato in un contesto come Scampia, un quartiere a nord della città di Napoli troppo spesso ricordato perché in esso confluiscono tutti i drammi della modernità.
Allora, mi riallaccio all’apertura e ripeto: se siete di Napoli e dintorni ricordatevi di questa bella iniziativa e fatele onore.