Home Arte Tra fotografia e visioni oniriche, ecco un affabulatore di immagini

Tra fotografia e visioni oniriche, ecco un affabulatore di immagini

Fotografia e fine art, ritratto di un creativo con i piedi per terra e lo sguardo puntato agli Dei

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vintage amalfi - foto di Emiliano Russo

Quello che ai più, in tale contesto, potrebbe apparire come termine improprio, risulta invece quale sinonimo che meglio descrive la personalità di questo giovane e talentuoso autore di narrazioni figurative.

Emiliano Russo nasce a Salerno il 18 marzo 1976. Una laurea in lettere moderne con indirizzo antropologico. Master in turismo culturale. Negli ultimi cinque anni il suo percorso è stato tratteggiato, come su di una tavolozza di colori, da esperienze molteplici, esaltanti e formative, che lo hanno condotto verso realtà diverse ed accattivanti. Una buona conoscenza della lingua inglese ed una connaturata curiosità nel cimentarsi con nuovi stili di vita lo hanno condotto in Australia, sulla costa nord-occidentale, dove per 18 mesi ha insegnato italiano in una scuola nei dintorni di Brisbane. Al contempo, la possibilità di esplorare i luoghi più suggestivi ed incontaminati di questo continente, aderendo nel modo più sensoriale e disincantato al contatto con la natura, gustando la libertà legata ad un vagabondaggio su camper.

Come ti sei avvicinato al mondo della fotografia?

“Fin da piccolo i miei interessi mostravano una capricciosa peculiarità. Ero sempre allo studio di nuovi modi d’espressione. Mia nonna, deceduta da poco, mia mentore, mi regalò una Nikon a pellicola. Il mio occhio inesperto di fanciullo si appassionò all’istante. I miei scatti di allora hanno un che di primitivo, ma in essi già si denota il desiderio di sperimentazione. Con Nikon ho un rapporto viscerale che si è protratto nel tempo.”

before the storm - foto di Emiliano RussoChe cosa ti ispira?

“L’empatia tra il ritraente ed il soggetto che l’otturatore condensa sotto una luce che renda giustizia alla poesia del momento.”

I tuoi scatti sono molto teatrali. Scegli i tuoi soggetti in base alle caratteristiche fisiche o alle emozioni che possono trasferire?

“Essendo un autodidatta viaggio molto sull’onda delle emozioni e sull’espressività dell’interprete. Per inciso lo definisco interprete e non soggetto da fotografare. Opto per persone comuni, ho poco a che fare con modelle, questo perché a differenza dei grandi maestri con uno stile ben definito, io sono in osservazione continua di generi dai quali trarre illuminazione.”

Le location sono terreno fertile per la tua personalissima visione della fine art …

“Il mio approccio alla fine art è solo allo stato embrionale. Per i non addetti ai lavori la fine art è una tecnica, un termine improprio, che utilizza ritratti o paesaggi avvolti in un’aura malinconica e concettuale, non realistica, alla quale fanno gioco elementi che rendono la foto poco nitida, ritoccandola come a “sporcarla”. Effettuo meno compositing in post produzione e mi concentro sulla realtà delle condizioni idonee all’interprete. Vorrei sottolineare però che per la fine art tutto parte da un ottimo scatto.”

Che macchina fotografica utilizzi?

“Uso una full frame D600 Nikon. Ripristina gli standard della resa fotografica e nel digitale dà risultati sensazionali, anche in condizioni di scarsa illuminazione.”

refuse - foto di Emiliano Russo

Hai la rara capacità di estrapolare dal volto di una donna il mistero ed il fascino. Qual è il tuo segreto?

“Il mondo femminile è per me fonte di grande attrazione. L’ambiguità, l’arcano che gli occhi di una donna possono comunicare, intesi come arma sottile al servizio della magia legata alla seduzione, sono efficacissimi nella composizione fotografica.”

Quali sono i tuoi progetti futuri?

“Intensificare ed approfondire la fine art, riadattandola al mio personale modo di vivere la fotografia. Il continuo altalenarsi di luce ed ombra, la terza dimensione, l’interattività con il mondo che mi circonda, dove tutto può risultare origine d’estro. C’è tanto da imparare, da realizzare. Nuove forme, nuovi procedimenti, come un artefice magico pronto a regalare eternità ai desideri racchiusi nelle fantasie d’ognuno. Una visibilità che soddisfi la sete di concreta irrealtà.”

Perchè questa intervista? La mia è stata un’esigenza, un impellente bisogno di portare all’attenzione di molti una piccola figura di provincia (ma non provinciale) che detiene il vanto di impegnarsi nella concretizzazione di un futuro, non si sa se di stima o popolarità, ritagliandosi un piccolo posto nell’universo ed in esso sfornando il meglio di una personale produzione che è giusto condividere e dare l’opportunità di far apprezzare. A voi l’ardua sentenza. Per chi è interessato a visionare il lavoro di Emiliano Russo: www.emiliano.russo.tk

Daniela D’Avino