La Sapienza cambia volto. A partire dal prossimo martedì 23 settembre, infatti, il primo ateneo di Roma e uno dei più grandi in tutta Europa si prepara ad affrontare le elezioni per tirare fuori dalle urne il nome di colui o colei che diventerà il nuovo rettore.
E la menzione di entrambi i sessi non è una pura gentilezza linguistica e lessicale per le donne ma è, al contrario, una fotografia della realtà che potrebbe compiersi proprio con l’elezione di una donna.
Trionfo per i sostenitori del gentil sesso o, meglio, della parità dei sessi, e notizia interessante comunque anche soltanto se considerata da un punto di vista meramente storico. Tiziana Catarci, infatti, ordinario di ingegneria informatica, è la prima donna candidata al rettorato della Sapienza in 711 anni. E scusate se è poco, si potrebbe retoricamente scrivere.
Proprio durante l’ultima settimana di campagna elettorale, prima del voto che dal 23 al 25 settembre si svolgerà in modalità online, la professoressa Catarci, intervistata dal quotidiano Leggo, ha dichiarato, a proposito delle tante chiacchiere sulla prima candidatura di una donna, che non a caso il suo motto è proprio “un altro genere di Sapienza”.
Un gioco di parole che fa riferimento non soltanto a un possibile cambiante di sesso ma anche a un auspicabile cambiamento nella gestione amministrativa dell’ateneo che, troppo spesso, è finito negativamente nel mirino dell’informazione.
L’eletto o l’eletta alla carica di rettore coprirà questo ruolo per un periodo di tempo che avrà inizio chiaramente quest’anno e si concluderà nel 2020. Oltre a Tiziana Catarci, hanno presentato la propria candidatura: Gaudio, Andrea Lenzi, Renato Masiani, Roberto Nicolai Mastrofrancesco e Giancarlo Ruocco.
Come previsto dal Regolamento per le elezioni del Rettore e su indicazione del Decano dell’Università, Giuseppe Morbidelli, il 18 settembre, presso l’aula magna, alle ore 10, avrà luogo il terzo incontro pubblico con i candidati. Uomo o donna, che vinca il migliore!