Non solo sole e mare. Alle Isole Canarie, infatti, il prossimo mese – a novembre – si terrà un referendum per decidere sulle nuove esplorazioni petrolifere.
In pratica, il Presidente regionale delle Canarie chiederà formalmente e democraticamente ai suoi cittadini di votare sui piani futuri dal momento che si teme che le trivellazioni petrolifere possano danneggiare l’ambiente. E se il tema è già caldo altrove, figuriamoci in un simile paradiso naturale.
Chiaramente anche alle Canarie ci sono dei gruppi ambientalisti molto attivi. I loro membri temono che le potenziali perdite di petrolio possano devastare gli ecosistemi e gli habitat marini. Senza contare – ma a questo forse ci pensano di più i commercianti e affini – le ricadute che danni simili potrebbero avere sul turismo.
Dall’altra parte, invece, c’è il governo spagnolo, che non appare poi così tanto preoccupato. Senza tenere conto della posizione delle autorità e dei residenti delle Canarie, lo scorso agosto ha concesso al gruppo petrolifero Repsol il permesso di condurre esplorazioni nelle vicinanze dell’arcipelago.
Ed eccoci, quindi, al referendum. Inevitabilmente, Paulino Rivero, il Presidente regionale delle Canarie, ha deciso che i residenti voteranno le proposte di trivellazione il prossimo 23 novembre, rispondendo al seguente quesito: “Pensate che le Canarie debbano cambiare il proprio modello ambientale e turistico in nome della ricerca di gas e petrolio?”. Il Presidente già si oppone fermamente.
L’emozione più percepita al momento è il timore da parte degli abitanti che le trivellazioni, anche se fossero solo esplorative, possano rovinare in modo irrimediabile l’ambiente in cui vivono.
Repsol, intanto, è stata autorizzata ad esplorare per tre anni i fondali tra Lanzarote e Fuerteventura. La società dovrà garantire un deposito da 20 milioni di euro per coprire le proprie responsabilità ambientali. Dovrà anche fermare le esplorazioni in caso di terremoto di magnitudine superiore a 4.5.
Qualche linea di sicurezza, quindi, c’è, ma non sono tali e tante essere riuscite a soddisfare coloro che si oppongono alle esplorazioni per la ricerca di gas e petrolio. Esiste, infatti, tra gli altri, un gruppo che lotta per i diritti civili e che ha dato il via ad una serie di proteste, che culmineranno il prossimo 18 ottobre in una dimostrazione guidata dallo slogan “Viviamo qui, dunque decidiamo noi”.