Secondo il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, la città curda di Kobane, in Siria, è “sul punto di cadere” nelle mani dei jihadisti. Per questo motivo, Erdoğan ritiene necessario un intervento militare di terra nella città per fermare i jihadisti dello Stato islamico.
La città, considerata dai jihadisti uno snodo nevralgico per il controllo del nord della Siria, è teatro di violenti combattimenti tra gli islamici e le truppe curde.
Intanto, l’Osservatorio siriano sui diritti umani ha riferito che i combattenti dello Stato islamico hanno preso il controllo di tre quartieri della città e stanno tentando l’assalto anche ad alcune aree a nord e a est del centro cittadino.
Una persona è stata uccisa e almeno due sono state ferite negli scontri tra polizia e manifestanti che in molte città della Turchia protestano per chiedere ad Ankara di intervenire a Kobane.
In particolare, Hakan Buksur, 25 anni, è stato ucciso da un proiettile dopo che la polizia ha caricato i manifestanti con pallottole, lacrimogeni e idranti nel distretto di Varto, nella provincia orientale di Mus. Negli stessi incidenti è stato ferito un secondo dimostrante.
Un avvocato identificato come Tamer Dogan è stato, invece, portato in ospedale a Istanbul, nel quartiere asiatico di Kadikoy, dopo una carica della polizia sulle persone che volevano manifestare per Kobane nonostante il divieto imposto dalle forze dell’ordine. Dogan aveva tentato di negoziare con la polizia prima dell’attacco.