Allergie e malattie respiratorie quali asma bronchiale, è fatto noto, colpiscono sempre più persone. L’asma bronchiale colpisce circa 1 italiano su 20, ma per il 10% di chi ne soffre il quadro è particolarmente impegnativo: l’asma grave è caratterizzata da attacchi violenti che comportano frequenti ricorsi ai Pronti Soccorsi e talvolta alle ospedalizzazioni.
La terapia dell’asma grave necessita, accanto alla costante terapia inalatoria, di frequenti cicli di cortisonici per via orale. L’efficacia dei cortisonici è nota ma altrettanto noti sono gli effetti collaterali negativi, a carico di organi e apparati, legati al loro uso protratto: diabete, ipertensione, obesità, patologia oculare e osteoporosi, solo per citare i più gravi. Per i cortisonici, purtroppo, non è infatti possibile scindere l’azione farmacologica terapeutica dagli effetti negativi .
“Nel trattamento dell’asma grave la recente introduzione di farmaci biologici è e rappresenterà sempre di più un cambiamento rivoluzionario – spiega Gianenrico Senna, Membro del Consiglio Direttivo della Siaaic e della Federazione Italiana delle Società di Allergologia e Immunologia Clinica – Si tratta infatti di “farmaci intelligenti” che interrompono la catena infiammatoria che sostiene l’asma bronchiale inattivando singole molecole. In questo modo si differenziano profondamente dai cortisonici perché questa azione selettiva consente efficacia senza significativi effetti collaterali. Sono costituiti da anticorpi monoclonali umanizzati, prodotti sinteticamente in grado di legarsi e inattivare le singole molecole infiammatorie. Il termine “umanizzati” indica che sono del tutto simili agli anticorpi umani e pertanto non determinano nessuna risposta negativa da nostro sistema immunitario”.
Il primo farmaco già in uso è l’omalizumab che ha già dimostrato la sua efficacia riducendo le ospedalizzazioni, il ricorso a dipartimenti di urgenza dei soggetti con asma grave. Ha, inoltre, consentito un parziale recupero funzionale di questi soggetti contestualmente ad una riduzione dell’uso di cortisonici orale e ad un significativo miglioramento della qualità di vita. Il problema di questi farmaci sono i costi elevati. Per questo motivo è necessario che vengano utilizzati nei pazienti che sicuramente ne beneficeranno. Solo in questo modo la spesa per il loro acquisto diventa sostenibile.
Purtroppo ad oggi non esistono marcatori rilevabili nel sangue che preventivamente ci indichino in chi impiegare positivamente questi farmaci e d’altra parte l’esperienza clinica in questi casi è molto limitata, dal momento che mediamente i singoli centri non trattano più di venti pazienti. In questo modo è necessario che lo scambio di informazioni fra specialisti sostituisca l’esperienza diretta, allargando in questo modo la visione clinica del farmaco. Un primo modello di network di questo tipo è nato in Veneto, la rete NeoNet, che collegando via web gli allergologi e i pneumologi della regione consente quella raccolta dati costante ed in tempo reale che rappresenta la base per la sostenibilità clinica di ogni tipo di biologico. Spinti dai risultati positivi di questo modello le Società di Allergologia Siaaic e quella di Pneumologia stanno oggi progettando una più ampia rete nazionale che consenta una ottimale e omogeneo trattamento di tutti i soggetti con asma grave presenti sul territorio nazionale.
Francesco Salvatore Cagnazzo