La Corte di Giustizia dell’Unione Europea si è espressa sulla questione dei precari nelle scuole italiane. Almeno l’Unione è dalla loro parte.
Secondo quanto stabilisce la sentenza in materia, infatti, il sistema italiano delle supplenze viola le direttive europee e, quindi, i precari che hanno superato i 36 mesi di insegnamento dovranno essere assunti e risarciti.
In particolare, la Corte ha condannato l’Italia per la violazione della direttiva 1999/70/CE della comunità europea, che regola i contratti a tempo determinato. La Corte ha, quindi, giudicato illegittimo il prolungamento, da parte della pubblica amministrazione, dei contratti a tempo determinato oltre i 36 mesi.
“La normativa italiana sui contratti di lavoro a tempo determinato nel settore della scuola è contraria al diritto dell’unione. Il rinnovo illimitato di tali contratti per soddisfare esigenze permanenti e durevoli delle scuole statali non è giustificato”, questo quanto si legge nella sentenza.
Intanto il sindacato dei precari Anief-Confedir, ha già dato qualche cifra. La sentenza riguarda 250mila precari. Il sindacato ha quindi scritto: “ora i precari possono chiedere la stabilizzazione e risarcimenti per due miliardi di euro, oltre agli scatti di anzianità maturati tra il 2002 e il 2012 dopo il primo biennio di servizio e le mensilità estive su posto vacante”.