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Be my eyes, l’app per aiutare i non vedenti

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App rivoluzionarie, avanti un’altra. Be my eyes – letteralmente “sii i miei occhi” – è una nuova app studiata da un gruppo di danesi che, attraverso la tecnologia rivoluzionaria e umanitaria, si propone di cambiare in meglio la vita quotidiana delle persone non vedenti, specialmente di quelle sole.

Il sottotitolo della stessa app spiega già la sua mission “Help blind people see” ovvero aiutare le persone non vedenti a vedere. L’idea, tanto semplice quanto geniale, è saltata in mente a un gruppo di danesi che si sono incontrati durante un weekend dedicato alle Start Up.
Attraverso la loro app, i danesi vogliono costituire una rete in cui le persone vedenti volontariamente possano prestare i loro occhi a persone non vedenti e aiutarli così a svolgere in maniera più facile e serena tutte le normali attività della vita quotidiana, il cui grado di difficoltà non deve essere dato per scontato da chi possiede tutti i sensi.

Come funziona la app Be my eyes

Ovviamente si tratta di un prestito non fisico, ma telematico e comunque parimenti efficace. Come funziona allora? È molto semplice. Basta scaricare l’app, che per ora è disponibile solo su Iphone, ma gli sviluppatori stanno raccogliendo interesse per una versione Android, ci si registra inserendo il proprio nome, la propria mail, la propria categoria di appartenenza ovvero se si è un non vedente o un volontario vedente, le lingue che si parlano, si accettano le condizioni di utilizzo e si è pronti al primo utilizzo.

A questo punto, quando la persona non vedente è in difficoltà e ha bisogno di un occhio di soccorso, apre la app e clicca su connetti, stabilendo una connessione audio-video col primo volontario disponibile. Il volontario, grazie alla fotocamera del telefono, vede in che ambiente si trova la persona non vedente e cosa sta facendo, e può così aiutarla come se le due persone fossero insieme, dando indicazioni e istruzioni.

Chiaramente l’app è più utile nel momento in cui il non vedente si trova fisicamente solo. Tanto meglio, invece, se si ha a disposizione l’amico, il partner o il familiare. Se questa condizione, però, non si verifica, Be my eyes può aiutare, per esempio, a controllare la scadenza di un farmaco, scegliere quale prodotto comprare in un supermercato, orientarsi in un ambiente sconosciuto, ritrovare un oggetto che si è perso in casa, sapere a quale citofono suonare una volta che si è raggiunto un indirizzo, accoppiare dei calzini spaiati e tanto tanto altro.

Per il momento, l’app è stata tradotta in dieci lingue, fra cui anche l’italiano, e sta riscuotendo un grande successo: a sole 24 ore dal lancio, sono già 12300 i volontari disponibili che possono dare assistenza in oltre 30 lingue, più di  mille i non vedenti registrati, e la notizia di questo software molto innovativo sta impazzando sui social media.

L’unico piccolo inconveniente per il pubblico italiano è il fatto che, almeno per ora, i volontari parlano soprattutto inglese. L’impegno deve essere, quindi, quello di far circolare il più possibile la notizia al fine di “arruolare” più volontari di lingua italiana possibile.