Si chiama AgriCatering ed è una rete tutta al femminile che si propone di promuovere l’agricoltura made in Italy e, nello stesso tempo, di lottare contro gli sprechi alimentari.
La rete, lanciata da un gruppo di donne della Confederazione degli agricoltori, offre un servizio di catering a chilometro zero ovvero fatto di prodotti dell’agricoltura e in generale dell’alimentare locale, prodotti genuini e che permettono ai consumatori di risparmiare considerevoli quantità di denaro.
Ma di quale “locale” parliamo? In un primo momento, l’aggettivo locale faceva riferimento alla sola Basilicata, regione dalla quale è partito il servizio e dove è nata l’idea, ma adesso AgriCatering è diffuso anche in altre regioni d’Italia da Nord a Sud fino al Trentino Alto Adige.
L’iniziativa si appoggia sul web al sito internet www.donneincampo.it e della sua offerta fanno parte per esempio: la pasta e fagioli con i fagioli di Schiaccione di Pietrasanta, la torta di verdure a base di canestrino locale, la polenta con il mais di Maranino, la ricotta con le more e il miele delle colline di Camaiore. E molto altro.
Piatti magari anche semplici, ma resi preziosi dalla genuinità dei prodotti che li compongono. Ciò rende possibile offrire al consumatore una garanzia di qualità e una possibilità di risparmio. I prodotti a chilometro zero, infatti, hanno generalmente un costo più basso, perché il venditore non ha dovuto sopportare nessun costo per il trasporto.
«Noi proponiamo di evitare i costosissimi catering dei soliti chef, che vanno di moda con le loro comparsate in televisione, e offriamo i cibi preparati come facevano le nostre nonne, senza sprecare nulla» ha raccontato Matilde Iungano, socia per la Basilicata del network AgriCatering.
Almeno sulla carta la potenzialità della rete, in termini di mercato, è di 150 milioni di euro l’anno. Cifra molto significativa e anche di grande valore economico.