Nella ricetta per la “buona scuola” qualcosa deve essere andato storto. Come una cuoca a cui sfugge quel pizzico di sale che diventa di troppo, al governo guidato da Renzi deve essere sfuggita più di una manciata di ingredienti che, messi insieme, hanno lasciato molti palati insoddisfatti.
A dirlo per ora sono solo le piazze: quelle fisiche che si sono riempite di slogan e bandiere sotto cieli blu, così come quelle virtuali, dove la politica si fa a suon di like, retweet e commenti senza filtri.
E così in queste ore, la bacheca del profilo Facebook del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è letteralmente stata invasa dagli sfoghi di maestre e maestri che della buona scuola non ne possono più. Docenti, studenti e non addetti ai lavori solidali si stanno lasciando andare a commenti di ripicca in vista delle prossime elezioni amministrative.
“Noi non voteremo più il Pd perché indignati dal ddl La Buona scuola”. Questo, in sintesi, il pensiero dei futuri elettori stanchi di scelte politiche che si autodefiniscono buone, ma per un motivo o per l’altro scontentano la maggior parte degli italiani, tanto cari agli occupanti delle poltrone più alte.
Il messaggio è pressoché standard, salvo l’aggiunta di qualche postilla da parte dei più fantasiosi o forse dei più arrabbiati. Tra insegnanti ed generici ex elettori del Pd, Erica chiede a Renzi: “Caro Matteo sei bravo in matematica? Allora inizia a contare quanti voti hai perso!”, mentre Teresita è “indignata sia come insegnante sia come madre preoccupata del futuro dei propri figli”. Elena, invece, aderisce per solidarietà e scrive “Noi personale Ata non voteremo Pd, indignati dal ddl La buona scuola… tanto non siamo neanche menzionati!”
Ovviamente, però, c’è chi ha gusti differenti e la riforma della scuola la trova davvero buona. “Voterò Pd – scrive, infatti, Armando – anche per la riforma della buona scuola, era ora!”.