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Bazar del dono, economia ed ecologia a Lecce

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Bazar del dono

Bazar del donoContrastare la crisi, vuol dire anche ingegnarsi, rimboccarsi le maniche a vere quell’idea buona che non solo ti procura del lavoro, ma lo fa in maniera solidale e sostenibile.

Molti ragazzi e ragazze, sebbene da più parti siano accusati di essere la generazione più pigra della storia, ne sono prova. Come, tra gli altri, i ragazzi di Lecce che, attraverso l’associazione di promozione sociale “Il formicaio”, hanno dato vita al “Bazar del dono”.

L’iniziativa si pone l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini a non sprecare le risorse e ad avere come punti di riferimento il risparmio e la solidarietà, due valori molto importanti sia per combattere la crisi che per costruire una società migliore, perché ecologica e solidale.

Il progetto, che è stato lanciato nell’ottobre del 2010, si basa su un principio molto semplice: “lascia quello che non vuoi, prendi quello che ti serve”. All’interno del locale, infatti, ciascuno può donare gli oggetti che non usa più e di cui comunque vuole sbarazzarsi e può allo stesso tempo prendere gli oggetti che gli piacciono o di cui ha bisogno in maniera totalmente libera e gratuita. Ciò che è più importante è che i due gesti non sono necessariamente da compiere insieme, perché il vero scopo non è tanto lo scambio quanto il riutilizzo e la ridistribuzione dei beni materiali nell’ottica di ridurre i rifiuti.

Anche l’arredamento del locale è ispirato agli stessi principi di rispetto per l’ambiente e riciclo. Tutti i mobili presenti, infatti, sono stati donati all’associazione dai cittadini e poi si trovano anche oggetti realizzati grazie al riciclo creativo di materiali non più utili.

I ragazzi che stanno dietro questo progetto sono dieci giovani ciascuno con un background diverso: alcuni vengono dal settore dell’economia aziendale, altri dalle scienze ambientali, dalla psicologia, dalle scienze politiche e dal turismo. La loro passione per ciò che fanno li porta ad organizzare anche dei laboratori in cui insegnano ai partecipanti l’autoproduzione di prodotti e il riciclo utile.