Bellezza e innovazione sono i criteri che ispireranno la collaborazione tra Messina e Boston per la costruzione di sei eco-appartamenti nel cuore di Maregrosso, uno dei quartieri più degradati della città siciliana, dove ancora oggi c’è chi vive nelle baracche realizzate dopo il terremoto del 1908 e l’emergenza abitativa è molto forte.
L’innovativo progetto di housing sociale si chiama “Nutrirsi di… libertà” ed è sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD, da Fondazione Cariplo e dalla Fondazione di Comunità di Messina in partenariato con istituzioni territoriali e centri di ricerca pubblici e privati specializzati, come il Mit di Boston e l’Istituto nazionale di Bioarchitettura.
Appartamenti sostenibili dal punto di vista ambientale in edifici a un piano e immersi nel verde saranno assegnati in parte dal Comune, in parte dalla Fondazione di Comunità e in parte dal Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda Sanitaria Provinciale a 14 persone in condizioni di emergenza abitativa e socialmente in difficoltà.
La fase di costruzione vera e propria è stata preceduta da un’attività di ricerca negli ambiti più innovativi dell’ingegneria e dell’architettura sostenibile, grazie alla quale sarà possibile realizzare un progetto di housing sociale che coniuga produzione energetica da materiale organico, tecnologie di risparmio energetico, prototipi intelligenti di gestione e condivisione dei beni comuni come energia ed acqua e materiali costruttivi ad alta inerzia termica.
I lavori partiranno in autunno con l’obiettivo di trasformare uno spazio urbano estremamente degradato in un laboratorio di autocostruzione assistita. Anche gli stessi assegnatari, infatti, potranno dare il loro contributo alla realizzazione degli alloggi il cui valore simbolico sarà potenziato da mura erette con pannelli modulari autoportanti dalla struttura in legno e paglia pressata raccolta nei terreni confiscati alla mafia.
I pannelli, inoltre, saranno prefabbricati da una cooperativa sociale promossa dalla Fondazione di Comunità di Messina che favorisce l’inserimento lavorativo di ex internati e poi saranno ultimati grazie al lavoro retribuito degli stessi assegnatari.
Le acque grigie saranno depurate e recuperate per l’irrigazione del giardino e del parco per dare vita a uno spazio in cui conviveranno orti urbani, aree di sosta attrezzate e campi giochi per coltivare forme nuove di socializzazione del territorio.
Una volta costruite e assegnate le case, il Mit (Massachussets institute of technology) di Boston verificherà la sostenibilità e la propensione al risparmio dei consumi di questo tipo di costruzioni rispetto a quelle tradizionali attraverso un lavoro di ricerca.