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Luigi Tenco, a 50 anni dalla scomparsa permane il mistero

Luigi Tenco poeta e musicista controcorrente, ascoltare Tenco è come sentire declamare una poesia. A 50 anni dalla scomparsa ancora interrogativi sulla sua morte

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Come ogni anno, ci apprestiamo a vivere il circo mediatico che porta il nome di Festival di Sanremo. Nazional-popolare come pochi, il Festival di Sanremo, che dovrebbe solo essere vetrina di nuove melodie, è sempre stato, invece, motore trainante per scandali, paparazzi e momenti imbarazzanti.
Vi ricordate la spallina di Patsy Kensit che va giù negli anni ’80 o la pancia finta della Bertè? O ancora quel tale che voleva lanciarsi dalla galleria e che un “eroico” Pippo Baudo convinse a desistere da tal proposito? O la farfallina di Belen Rodriguez?
“The show must go on”, ossia “Lo spettacolo deve andare avanti” e pur di fare audience si è pronti a tutto. Certo è che di belle canzoni se ne sono ascoltate sul palco dell’Ariston.
Alcuni indimenticabili, altre orecchiabili, altre ancora che hanno avuto il gradimento del pubblico per una sola stagione. Tra i tanti interpreti che si sono avvicendati uno è rimasto nei ricordi delle persone in modo indelebile: Luigi Tenco.
Era insolito Luigi Tenco. Un carattere ricalcitrante, non avvezzo agli schemi, poco disponibile al ruolo di front-man. Un’indole carismatica proprio perché schiva ma, forse, anche un po’ insopportabile. Lo si rammenta con gli occhi tristi e le foto che lo ritraggono sono sempre riflesso di un’anima tormentata e in cerca di risposte. Il suo rapporto con Dalida, con la quale interpretò “Ciao amore ciao” nell’edizione del 1967, le sue frequentazioni al Piper, fucina di artisti emergenti e talentuosi e le sue malinconie che traspaiono nei testi.
Quest’anno ricorrono cinquant’anni dalla sua scomparsa così tragica e colma di enigmi. Da subito si dichiarò fosse stato un suicidio. Un colpo di pistola alla tempia a tacitare una smisurata delusione per la sconfitta del brano col quale si era esibito. Il ritrovamento nella notte tra il 26 ed il 27 gennaio da parte del suo amico Lucio Dalla e la disperazione della compagna, sono due immagini al foto-finish che si sono impresse a testimonianza del funesto evento.
Ancora oggi sussiste il dubbio che i fatti si possano essere svolti diversamente e che forse Tenco non si sia ucciso. Ma, dopo l’inchiesta del 2005 che voleva riaprire il caso e la successiva archiviazione, non è stato possibile procedere per chiarire cosa avvenne.
Ascoltare Tenco è come sentire declamare una poesia. Termini colti, intrisi di delusione o di sentimenti d’amore, ma mai grossolani o frivoli. Anche quando descrive la passione lo fa in modo quasi avaro, come se dichiararla ne sminuisse l’importanza e la dolorosità dell’esserne travolti. I pezzi che ha inciso e che vi esorto ad ascoltare, come “Vedrai, vedrai…”, “Mi sono innamorato di te”, “Se stasera sono qui” o “Lontano lontano”, attanagliano il cuore come in una morsa e lo divorano, lasciando una percezione di caducità delle cose che spinge a vivere intensamente l’attimo.

In questi giorni è stato stampato e diffuso da Poste Italiane un francobollo a memoria del cantante nato in provincia di Alessandria e ad Aosta si è tenuto un concerto a cui hanno partecipate vari artisti per omaggiarne la figura, discussa ma talentuosa.
Carlo Conti e Maria De Filippi, i presentatori che coordineranno il Festival di Sanremo 2017, avranno modo di far risaltare il genio e la sregolatezza di Luigi Tenco sicuramente a regola d’arte, dando la possibilità ai giovani che non lo conoscono di avvicinarsi alla sua arte.