Al Rigopiano di Farindola, per il quinto giorno consecutivo, si continua a scavare. Nei soccorritori è ancora viva la speranza di trovare in vita qualcuna delle persone che occupavano l’Hotel. Al momento risultano ancora 23 i dispersi e sebbene la sesta vittima sia stata recuperata nel pomeriggio di ieri, si cerca di guardare al dato positivo che vede al momento 11 sopravvissuti. Un dato che si spera fortemente di incrementare nelle prossime ore.
E mentre con un occhio si guarda ai lavori dei soccorritori, con l’altro si presta attenzione al bacino della diga di Campotosto, in provincia de L’Aquila a poco meno di un centinaio di chilometri da Farindola.
I recenti eventi sismici hanno portato alla ribalta questa infrastruttura, un bacino idrico tra Abruzzo e Lazio, gestita dall’ ENEL, che al momento è monitorata dalla Commissione Grandi Rischi. La preoccupazione di quest’ultima è che il bacino, uno dei più grandi d’Europa con all’interno ben tre dighe, sia situato su una faglia attiva nel centro Italia che potrebbe provocare qualche sisma di elevata potenza, compromettendo seriamente la staticità della struttura. La notizia ha provocato un giustificabile stato d’angoscia tra gli abitanti di quelle zone, anche perché qualcuno ha parlato di un possibile “effetto Vajont” riferendosi proprio al bacino di Campotosto.
Sergio Bertolucci, Presidente della Commissione Grandi Rischi, in una intervista ha dichiarato che una delle tre dighe del bacino si trova “su una faglia che sì è parzialmente riattivata e ci possono essere movimenti importanti di suolo che cascano nel lago”, ma, ha poi dichiarato all’ANSA – “non vi è nessun pericolo imminente di effetto Vajont”. Nonostante ciò, resta comprensibile il panico tra i cittadini dei paesi colpiti dagli eventi sismici degli ultimi mesi. Così l’ENEL ha avviato un immediato controllo sull’intero bacino e sulla diga, cercando così di arginare l’allerta della Commissione. E nella mattinata odierna ha comunicato che “non si rileva alcun danno alla diga di Campotosto. Il buono stato delle opere è confermato da tutti i controlli previsti eseguiti da ENEL in questi giorni, compreso il volo con elicottero effettuato nella giornata di venerdì. Il volume attualmente invasato è di circa il 40% quindi molto basso”. La nota diramata dall’ENEL si conclude con l’affermazione che “alla luce della difficile situazione idrogeologica di questi giorni si è comunque deciso, come misura cautelare, estrema, di procedere ad una ulteriore progressiva riduzione del bacino”
Lo stesso Bertolucci ha voluto sottolineare che “ è importante continuare a monitorare l’evoluzione sismica in quella zona” precisando che la diga già da tempo è oggetto di studio da parte della Protezione Civile e dell’ENEL e che comunque, in caso di terremoto, l’eventuale caduta di materiali nel lago “non configura la possibilità di avere onde che possano superare i dieci metri“.
Intanto una riunione sulle Grandi dighe delle regioni del Centro Italia colpite dall’evento sismico è stata convocata per domani pomeriggio presso il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.