Countdown per l’inaugurazione della mostra dedicata a William Merritt Chase, un pittore tra New York e Venezia.
La Fondazione Musei Civici di Venezia presenta – in assoluta anteprima europea – una grande retrospettiva dedicata all’artista statunitense.
Dopo le tappe di Washington e Boston, la Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, esporrà, dall’ 11 febbraio al 28 maggio, circa 60 opere di Merritt Chase provenienti da collezioni pubbliche e private statunitensi.
Pittore innovativo nonché celebre figura nei circoli artistici internazionali, William Merritt Chase (1849-1916) è stato uno che ha saputo ritrarre, attraverso una tecnica ispirata dall’osservazione dei maestri dell’arte europea antica e contemporanea, la vita della borghesia nordamericana.
In 40 anni di attività l’artista ha saputo raffigurare nelle sue opere l’energia di una nazione agli albori del XX secolo, restituendo i cambiamenti dinamici di una società – prevalentemente composta dalla borghesia di ascendenza anglosassone e protestante – che inizia a popolare i parchi cittadini di New York, le spiagge di Long Island e ad interessarsi alla cultura, visitando mostre e studi d’artisti.
Nato nel 1849 a Williamsburg in Indiana, Chase, dopo un primo avvicinamento all’arte nella città di New York, si trasferisce nel 1872 in Europa per frequentare l’Akademie der Bildenden Künste di Monaco di Baviera.
Durante il soggiorno di formazione, che si protrae fino al 1878, compie una serie di viaggi di studio a Londra, Parigi e in Olanda. Oltre a questi luoghi, Venezia rappresenta una città d’elezione per Chase, che studia i grandi pittori del passato e al contempo si confronta, durante il soggiorno lagunare dal 1877 al 1878, con gli autori che lavorano in città.
Artista cosmopolita, nel corso degli anni Ottanta dell’Ottocento affianca a frequenti viaggi oltreoceano un’intensa attività espositiva in America ed Europa, divenendo una figura di riferimento per giovani pittori statunitensi – tra cui, tra gli altri, Georgia O’Keeffe, Joseph Stella ed Edward Hopper – anche grazie al suo ruolo di insegnante e mentore svolto prima presso l’Art Students League e la Brooklyn Art School, in seguito alla Chase Art School che nel 1898 verrà rinominata New York School of Art.
Al ruolo istituzionale all’interno delle accademie, nelle estati tra 1903 e 1913 Merritt Chase affianca quello di maestro e guida, accompagnando i suoi studenti in soggiorni studio nei maggiori centri europei.
Considerato già dai contemporanei uno dei massimi interpreti della pittura americana, Chase espone alle principali rassegne statunitensi ed europee, tra cui la Biennale di Venezia nel 1901 e l’Esposizione Internazionale di Roma nel 1911. Tornato per l’ultima volta nella città lagunare con gli allievi nell’estate del 1913, muore nel 1916 nella sua casa di Stuyvesant Square.
La mostra è organizzata da The Phillips Collection, Washington, DC, Museum of Fine Arts, Boston, Fondazione Musei Civici di Venezia e Terra Foundation for American Art. Con il generoso supporto di Terra Foundation for American Art.
LA MOSTRA
William Merritt Chase (1849-1916): un pittore tra
New York e Venezia
Allestita al secondo piano di Ca’ Pesaro, l’esposizione William Merritt Chase (1849-1916): un pittore tra New York e Venezia, ricolloca nella giusta prospettiva un protagonista della scena artistica internazionale tra gli anni Ottanta dell’Ottocento e il primo decennio del Novecento.
Il percorso espositivo, suddiviso in otto sezioni, si articola secondo un andamento tematico che intende documentare i vari soggetti realizzati dall’artista americano durante la sua carriera.
La prima sala ospita le opere degli anni monacensi, ritratti di giovani immersi in una scura cromaticità, influenzati dalle lezioni di Karl von Piloty, professore all’Akademie der Bildenden Künste di Monaco, e dagli studi condotti sulle opere dei grandi maestri. Accanto ad essi una selezione di dipinti realizzati durante il periodo veneziano (1877-1878), in cui la particolare luminosità della laguna, caratterizza scorci e vedute che colgono il vissuto della città con accenni realistici.
Il percorso continua seguendo Chase nel suo rientro in patria, all’interno del suo studio newyorkese, luogo di interazione e promozione culturale, riccamente arredato con un’eclettica collezione di opere e oggetti d’antiquariato, che mescolano influenze europee ed orientali. Seguendo la moda del tempo kimono e ventagli, paraventi e stampe, vengono inclusi in una serie di opere in cui l’artista coglie motivi ed elementi desunti dalla cultura giapponese.
Sulle pareti dell’ampio salone di Ca’ Pesaro, occhieggiano i grandi ritratti della moglie, Alice Gerson Chase, e delle allieve dei corsi di pittura. Le donne ritratte inaugurano una nuova stagione che vede il mondo femminile alla progressiva emancipazione del proprio ruolo sociale. Raffigurate secondo i canoni della ritrattista tradizionale, si presentano fiere davanti all’osservatore, personificando il nuovo tipo americano di bellezza e indipendenza.
Il mondo degli affetti compare nella sala successiva, con scene intimiste in cui l’artista raffigura il ruolo materno della moglie e i momenti ludici delle figlie.
Dall’ambiente domestico usciamo quindi negli spazi verdi e nelle località di villeggiatura, luoghi di svago dell’alta borghesia. Questa serie di vedute di parchi cittadini e marine dimostrano l’assimilazione dei soggetti e della tecnica dell’Impressionismo, tradotta in un linguaggio personale che avrà profonda influenza sullo sviluppo della pittura americana.
Alla luminosità dei paesaggi marini fanno da contraltare le cupe tonalità delle nature morte. Riflessi e riverberi metallici ravvivano le calibrate composizioni di grande formato, esaltate da ricche e sfarzose cornici.
L’ultima sala rende infine omaggio a Firenze e Venezia, mete italiane dei corsi estivi tenuti da Chase in Europa. Le brillanti tonalità delle spiagge statunitensi raggiungono qui un’ampia saturazione a voler catturare la bellezza e la vitalità del paesaggio toscano. Vedute en plein air di Venezia, sede nel 1913 dell’ultimo corso estivo tenuto all’estero dal pittore, sono caratterizzate da un libero cromatismo e da un personale gesto pittorico, a testimonianza dell’evoluzione dello stile dell’artista da una rappresentazione dal vero rispettosa dei precetti accademici a una visione libera dagli schemi, espressione del puro piacere per la pittura.
La figura di Chase è fondamentale per interpretare un passaggio cruciale nella storia artistica americana. Interpreta la secolare tradizione europea e la traduce in un linguaggio figurativo che diventa un modello per le giovani generazioni, prima dell’arrivo delle avanguardie, che sbarcano in America, dal Vecchio Continente, con l’Armory Show del 1913.
La mostra è accompagnata da un ricco catalogo la cui edizione italiana è curata da Magonza (Arezzo, 2017), con un’introduzione di D. Frederick Baker e saggi di Elsa Smithgall, Erica E. Hirshler, Katherine M. Bourguignon, Giovanna Ginex e John Davis.
L’edizione del catalogo – prima pubblicazione in lingua italiana dedicata all’artista – è stata promossa grazie al generoso sostegno di Terra Foundation for American Art.
Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna
11 febbraio – 28 maggio 2017