I trulli, tipiche abitazioni in pietra calcarea di Alberobello nel sud della Puglia, esempi straordinari di edilizia in pietra a secco a lastre, dal 1996 sono Patrimonio UNESCO: stasera in tv su Rai Storia alle 21.10.
Sebbene i trulli rurali siano sparsi per tutta la Valle d’Itria, la massima concentrazione di esemplari meglio conservati di questa forma architettonica di edilizia in pietra a secco a lastre (tecnica risalente all’epoca preistorica e tuttora utilizzata in questa regione) si trova nella cittadina di Alberobello, con più di 1500 strutture nei rioni di Monti e Aja Piccola.
I trulli sono stati oggetto di numerosi riconoscimenti. Già nel 1910 il governo emanò un decreto per eleggere Monumento Nazionale il Rione Monte. Nel 1930 fu elevato a Monumento nazionale anche il Rione Aia Piccola.
Grazie a tali disposizioni governative i monumenti sono stati tutelati e preservati. Dopo un lungo percorso preparatorio di atti e sopralluoghi di emeriti architetti incaricati dall’Unesco per valutare ed approvare la candidatura di Alberobello per l’inserimento nella world Heritage List, giunse il favorevole responso. La Conferenza Intergovernativa, riunita a Merida in Messico, infatti, il 5 dicembre 1996, nell’ambito della 20^ Sessione del Comitato Mondiale UNESCO, dichiarò: “I trulli di Alberobello“, riuniti in un agglomerato urbano, Patrimonio Mondiale dell’Umanità, decretando l’inserimento nella WORLD HERITAGE LIST, con le seguenti motivazioni: “eccezionale tipologia, continuità abitativa, sopravvivenza di una cultura costruttiva di origine preistorica …”