Quindici anni prima di Steve Jobs e Bill Gates, l’Olivetti capì che il computer poteva essere qualcosa di diverso, un oggetto personale e “casalingo”: l’era della digitalizzazione è incominciata da qui, dalla fabbrica Olivetti di Ivrea, grazie alla genialità e alla tecnologia italiana.
Negli anni Sessanta la gente comune non aveva neanche idea di cosa fosse un computer: i primi Personal Computer, infatti, erano degli apparati ingombranti, costosissimi e gestiti esclusivamente dagli addetti ai lavori.
Nel 1962 la fabbrica Olivetti, famosa come grande casa produttrice italiana di macchine da scrivere e calcolatrici, decide di creare un apparecchio di piccole dimensioni e dai costi contenuti, un computer per “comuni mortali”. Un traguardo tutto italiano.
Questo racconterà il bel documento “Quando Olivetti inventò il pc”, speciale in onda stasera in tv su Rai Storia alle 21.10. Il materiale fotografico utilizzato nel documentario è stato concesso dalla Fondazione Adriano Olivetti di Ivrea.
Nel grande cantiere creativo e utopistico dell’azienda di Ivrea, l’ingegnere Pier Giorgio Perotto forma un’equipe di giovani ricercatori per lavorare a questo ambizioso e straordinario progetto.
Nasce così la Programma 101, una macchina che consente ai “comuni mortali”, e non più ai soli tecnici specializzati, di inserire dei dati e ricevere da essi dei risultati in maniera semplice ed efficace.
La Olivetti presenta ufficialmente al pubblico la Programma 101 nel 1965 alla fiera di New York, riscuotendo un grande successo tra la stampa statunitense.
Sulle prime pagine dei giornali americani più autorevoli dell’epoca si legge: “The first desktop computer of the World” cioè “Il primo computer da scrivania del mondo”.