Stasera in tv su Rai Storia lo speciale Nec recisa recedit. NEC RECISA RECEDIT, motto che riassume una storia: quella della Guardia di Finanza. E’ un excursus che si avvale del prezioso contributo di esponenti della Guardia di Finanza, dello storico Nicola Labanca e di testimonianze conservate nell’archivio delle Teche Rai e con le conclusioni affidate al Comandante Generale della Guardia di Finanza, Generale di Corpo d’Armata Giorgio Toschi.
Appuntamento quindi alle 22:10 su Rai Storia!
Nec Recisa Recedit, motto araldico della Guardia di Finanza
Motto araldico del Corpo sin dal 1933, l’antica frase latina Nec Recisa Recedit che in italiano potrebbe essere tradotta in “Neanche Spezzata Retrocede”, fu riscoperta per le Fiamme Gialle da Gabriele D’Annunzio, il Poeta Soldato. Il motto D’Annunziano fa parte di una dedica, che il “Comandante” scrisse su una sua foto. Il testo completo è il seguente: “Alle Fiamme Gialle, onore di Fiume, Nec Recisa Recedit, Fiume d’Italia, 1920 – Gabriele D’Annunzio”.
La foto fu donata ad un ufficiale che prese parte ad un convivio, il 25 giugno 1920, a seguito della concessione della “medaglia di Ronchi” al gagliardetto dei finanzieri fiumani da parte del “Comandante” (medaglia commemorativa dell’occupazione di Fiume), quale riconoscimento del valore militare e dello spirito di sacrificio dei finanzieri che, anche durante l’impresa di Fiume, si dimostrarono fedeli alla Patria. (fonte sito web della Guardia di Finanza)
La storia della Guardia di Finanza
Un percorso lungo quasi duecentocinquant’anni i cui snodi principali accompagnano le tappe fondamentali della storia d’Italia. Tutto inizia a Torino nel 1774.
Nella capitale del Regno sabaudo, Vittorio Amedeo III il 1° ottobre 1774 istituisce la Legione Truppe Leggere della Guardia di Finanza. E’ un corpo specializzato nella tutela dell’erario, nel mantenimento dell’ordine pubblico, nella difesa delle frontiere e nel controllo del “cordone doganale”. Organismi simili, con gli stessi compiti istituzionali, sorgono anche negli altri Stati in cui è suddivisa l’Italia. Per la maggior parte, sono d’ispirazione liberale, come dimostra la partecipazione alle guerre risorgimentali.
Con la nascita del Regno d’Italia, i vari Corpi di finanza dei cessati Stati italiani si fusero nel Corpo delle Guardie Doganali, istituito nel 1862 per la vigilanza doganale, nonché, in tempo di guerra, impiegato per la difesa dello Stato. Con la Legge 8 aprile 1881, n. 149, il Corpo assunse la denominazione di Corpo della Regia Guardia di Finanza con la funzione di «…impedire, reprimere e denunciare il contrabbando e qualsiasi contravvenzione e trasgressione alla leggi e ai regolamenti di finanza…», di tutelare gli interessi dell’Amministrazione finanziaria e concorrere alla difesa dell’ordine e della sicurezza pubblica.
Una lotta che oggi ha il volto di tanti giovani finanzieri come Emanuele Schifani, figlio di un uomo della scorta di Giovanni Falcone ucciso nella strage di Capaci. Una lotta che le Fiamme Gialle sono determinate a vincere.
La Guardia di Finanza, come ogni altra realtà militare ha un santo patrono: San Matteo apostolo ed evangelista, la cui festa liturgica cade il giorno 21 settembre.
Il documento papale che attesta il riconosciuto patrocinio, reca la data del 10 aprile 1934 ed è firmato dal cardinale Eugenio Pacelli (futuro Papa Pio XII).