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Dante: oggi come ieri, l’attualità della sua opera

Un'iniziativa della V Municipalità di Napoli per celebrare Dante

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“L’iniziativa della V Municipalità non solo rientra in un percorso di celebrazione che giustamente vede il 25 marzo, come il Dantedì, giornata dedicata al sommo Poeta, ma è anche un modo intelligente e coinvolgente per avvicinare i giovani ad uno dei maggiori poeti e artisti di tutti i tempi e di tutti i luoghi. Tanto eclettico e poliedrico da essere ritenuto un Templare segreto, un Liberatore dell’umanità. Ben vengano, quindi, iniziative di spessore culturale, volte in particolare ai nostri giovani spesso distratti da “escrescenze” tecnologiche talvolta fuorvianti” – così la prof. Angela Procaccini, relatrice che concluderà l’evento online da remoto, organizzato dalla V Municipalità in occasione della Dantedì, dedicato al sommo poeta, simbolo della cultura italiana, al quale, nel 2020, la Repubblica Italiana ha deciso di tributare la giornata del 25 marzo per commemorarne ogni anno la figura.
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Il Dantedi’ fissato per il 25 marzo, celebrerà i 700 anni dalla scomparsa di Dante Alighieri, padre della lingua italiana e autore della Comedia, la più grande opera scritta nella nostra lingua, uno dei maggiori capolavori della letteratura mondiale divenuta celebre come Divina Commedia.

Nella Giornata nazionale, la V Municipalità di Napoli ha dunque voluto organizzare un degno evento, con lo scopo d’avvicinare i giovanissimi al capolavoro di Dante.

Le introduzioni sono a cura di: Margherita Siniscalchi, consigliera della V Municipalità; Lucia Fortini, assessore alla Scuola, Politiche sociali, politiche giovanili Regione Campania; Paolo De Luca, presidente V Municipalità.

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Dunque, spetterà a tre persone del mondo culturale campano, porgere una lettura ampia e coinvolgente di tre canti sicuramente significativi: il V dell’Inferno, il III del Purgatorio e il VI del Paradiso. Illustreranno tre tematiche importanti della vita di quei tempi e di oggi: la passione travolgente, Eros e Pathos, la giovane vita coraggiosa spezzata nel difendere regno e ambizione, ma che incontra la misericordia divina, e la storia dell’impero tra pace e giustizia, eterno tormento della passione politica di Dante.

A seguire, le relazioni di: Raffaele Messina su “La passione civile in Dante”; Maria Rosaria Selo, “La passione insanguinata di Paolo e Francesca”, canto V Inferno; Angela Procaccini “Manfredi di Svevia nella storia e in Dante”, canto III Purgatorio; Elio Serino, “L’ impegno, la pace e la giustizia nel canto VI del Paradiso”.

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Chi lo desidera, potrà collegarsi giovedì 25 marzo, alle ore 10,30 su Google Meet, attraverso il link sarà reso noto nella prima mattinata, pure sulla pagina Facebook della prof. Angela Procaccini. La relatrice parlerà di Manfredi di Hohenstaufen nell’opera di Dante, ultimo sovrano della dinastia sveva del Regno di Sicilia, collocato tra i contumaci dell’Antipurgatorio – uomo bello, biondo e d’aspetto nobile, con un cigliò diviso in due da una ferita – che prega Dante di riferire la verità a sua figlia Costanza, sul suo destino. Ricordiamo che, per Dante, con la battaglia di Benevento, si chiude un’epoca. Termina una civiltà, tramonta un mondo e con esso la cultura cortese-cavalleresca, resa celebre dalle gesta di Federico II.

Poeta, scrittore e politico italiano di grandissimo spessore, Dante Alighieri o Alighiero (Firenze 1265 – Ravenna 1321), fu battezzato Durante di Alighiero degli Alighieri.

La Comedìa, o Commedia, nota come Divina Commedia, è un poema allegorico-didascalico scritto in terzine incatenate di endecasillabi, successivamente chiamate terzine dantesche, in lingua volgare fiorentina, ovvero derivata dal latino, ma distante da quello classico, giacché con la diminuzione delle comunicazioni causata dalla caduta dell’Impero Romano d’Occidente, si era verificata un’evoluzione linguistica differente in ciascuna regione, tanto da assumere caratteristiche proprie.

In essa, ritroviamo i modi caratteristici della letteratura e dello stile medievali: ispirazione religiosa, scopo didascalico e morale, linguaggio e stile basati sulla percezione visiva e immediata delle cose ma, la grande innovazione è data rappresentazione ampia e drammatica della realtà che viene espressa anche con l’uso di neologismi dall’illustre poeta fiorentino creati con successo.