Omosessualità, lotta per i diritti civili, amore, ignoranza, Chiesa portatrice di verità assolute : sono questi gli ingredienti principali del film “Il Signore delle Formiche” di Gianni Amelio, regista da sempre impegnato sulle tematiche sociali. Un lavoro a metà strada tra il racconto della realtà e la finzione scenica. Il film, infatti, si ispira a fatti realmente accaduti in Italia nel 1968, quando un professore di filosofia e mirmecologo (studioso di formiche) Aldo Braibanti, fu condannato a 9 anni per il reato di plagio. In realtà dietro quella condanna si nascondeva ben altro: il suo orientamento omosessuale. Questa la colpa dell’uomo che si era innamorato di un suo giovane allievo, Ettore.
Braibanti venne arrestato il 5 dicembre 1967 e seppure il ragazzo cercò di difenderlo dichiarando di aver scelto, di propria volontà, di intrattenere un rapporto con lui, quasi tutti si dimostrarono sordi e proseguirono nelle loro convinzioni.
La relazione malvista dalla famiglia del giovane, porta alla luce quell’universo sconosciuto e non ancora compreso dell’omossessualità in un’epoca dove era considerata una cosa contro natura, ma al contempo getta un piccolo raggio di luce anche su un altro aspetto sociale ampiamente discusso negli anni successivi al film: l’internamento nell’ospedale psichiatrico. E’qui che la famiglia del giovane lo fa rinchiudere e qui viene sottoposto alle cure tramite farmaci ed elettroshock nel tentativo di guarirlo da quel male e indirizzarlo nuovamente all’eterosessualità.
Un cast d’eccezione per un film dai toni drammatici: Luigi Lo Cascio nei panni del professor Braibanti; Leonardo Maltese in quelli dell’allievo Ettore; Elio Germano che indossa i panni di Ennio Scribani, un giornalista “sui generis” dell’Unità, anche lui pronto a difendere i diritti di tutti e a mostrare ad un partito, il PCI, disinteressato al caso che stava toccando un suo esponente, i veri valori per cui combattere.
In favore di Braibanti si mobilita solo un piccolo gruppo di giovani progressisti, capeggiati da Graziella, l’attrice Sara Serraiocco, cugina di Ennio e pronta a guidare le proteste in una indifferenza generale.
Alla fine Aldo sconterà solo due anni di prigione dopo essersi visto riconoscere i suoi meriti di partigiano.
Il film, presentato in anteprima in concorso alla 79ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia il 6 settembre 2022, ha il pregio di attirare l’attenzione su un caso di cronaca che, seppur è accaduto, in un’epoca e in un tempo distanti dal nostro, percorre tematiche ancora tutt’ora attuali e discutibili.