In questi giorni sono stata ospite dell’U.T.E., l’Università della Terza Età, che ha sede presso il centro Polifunzionale di Sava di Baronissi. Il Presidente in carica, Giovanna Cosimato, ed i suoi valenti collaboratori prestano la loro opera affinché gli iscritti possano beneficiare di cultura, svago e momenti di aggregazione.
Raccontare in poche parole cosa ha rappresentato per Baronissi e per i suoi abitanti Villa Farina, potrebbe risultare riduttivo e potrei rischiare di attribuire ad un complesso architettonico di tale bellezza e valore storico, un torto, in termini di caducità d’informazione. Ma ho voluto portare all’attenzione l’argomento tentando, con dei limiti imposti, di solleticare riflessioni, dando lustro a questa bellissima dimora storica.
Ho partecipato con mia madre ad uno di questi incontri, tenutosi per l’occasione presso la Mediateca del Convento dei Frati Minori, dove è stata proiettata la pellicola “Stress” del 1972. Il regista Corrado Prisco, egregio figlio della Valle dell’Irno, prende in prestito dal proprio paese di origine scenari, tramonti e luoghi (Villa Farina) ove dipanare il suo racconto incentrato su dogmi neorealistici e critica sociale.
Gilberto, figlio del barone Federico, è vittima della sua lotta interiore, alla ricerca di un’identità sofferta. Combattuto tra un passato gentilizio al quale si sente ancora legato ed un presente da contestatore del capitalismo. Una narrazione tragica, colma di simbolismi, a volte surreale, densa di massime Kantiane e pensieri Pasoliniani.
Scenario di questa cronaca Villa Farina appunto, rifugio e dannazione. Un’escursione al sito era d’uopo dopo una visione accorata e partecipe. Un gruppo entusiasta ha fatto il suo ingresso, martedì 31 ottobre, nella corte centrale di Villa Farina, ove un tempo, accedevano al trotto le carrozze, di cui un esemplare ancora in ottimo stato è in bella mostra per i visitatori.
La famiglia Farina, di origini portoghesi, nel 1600 con il capostipite Antonio fondò le basi per le proprie attività di proprietari terrieri e allevatori di cavalli, orgoglio di questa casata. Numerosi i ritratti ed i trofei dei campioni equestri assieme ad oggetti di uso comune inerenti ai lavori di irrigazione… stoviglie, attrezzi, tutto nel piccolo museo contribuisce a porre l’accento sul lavoro e le abitudini degli inquilini e servitù della casa.
Tra i vari eredi importante menzionare i fratelli Mattia, primo Senatore del Regno e Sindaco di Baronissi, e Fortunato Maria, Vescovo e generoso fautore della Casa dei Piccoli Amici di Gesù, un collegio sorto nella proprietà adiacente alla villa di via Marconi, dove dal 1966 le Suore Oblate o “zie”, accolgono ed aiutano bambini culturalmente e spiritualmente.
La signora Paola, moglie dell’ultimo erede di casa Farina, ci accompagna come novella Beatrice alla scoperta dei giardini, un paradiso di 15000 metri quadri ricco di alberi secolari e piante esotiche. Sculture fanno capolino tra la vegetazione ed una serra appare d’improvviso, vetusta ma dal fascino immutato. Facile immaginarsi con crinoline ed un ombrellino passeggiare tra questi sentieri romantici e lussureggianti. Rientrati per colpa di una pioggia invisa ed inaspettata, visitiamo l’altra ala al pianterreno dove ritroviamo la sala del biliardo ed un magnifico e rimarchevole salone cinese, con pareti a pannelli istoriati e soffitto a rilievo. Sul grande tavolo centrale cartelloni di eventi passati allestiti in loco. Al piano superiore a cui accediamo con una scala regale ci aspettano il salone degli specchi, presumibilmente sala da ballo, un salotto con un pianoforte d’epoca ed altri ambienti raffinati ed eleganti. Infine la “stanza della sposa”, così chiamata perché destinata al cambio d’abito delle spose durante i ricevimenti nuziali. Al suo interno tendaggi e mobili di pregio. Terminiamo con la biblioteca con volumi prestigiosi e ritratti di avi posti sul camino su una delle pareti.
Il tempo per un attimo si è fermato. Immersi in un’atmosfera d’antan. Un sospiro e si torna al presente. E’ tempo di andare. Salutiamo con gli occhi colmi di stupore e gratitudine. Condividere un’emozione avvicina le menti e i cuori. Villa Farina, misteriosa ed incantevole, ha rapito i sensi ed emozionato tutti.
Pronti a nuove avventure… in cammino verso un domani colmo di auspici.
Daniela D’Avino